La crisi in Spagna fa volare lo spread e affonda le Borse

Alle incertezze sulle richieste di aiuto, in Spagna si aggiungono la bomba a orologeria catalana e le proteste di piazza che stanno mettendo a ferro e fuoco Madrid. Tanto basta a far schizzare alle stelle lo spread e a far affondare le Borse europee

L'Euro affonda per la crisi
L'Euro affonda per la crisi

Una parentesi duranta meno di una stagione. Le principali piazze finanziarie del Vecchio Continente tornano a soffrire sotto i colpi della speculazione. I timori per il debito della Spagna fanno volare alle stelle gli spread sui titoli di Stato e affossano le Borse. Ancora una volta le peggiori sono Madrid e Milano che arrivano a perdere rispettivamente oltre il 4% e il 3%.

Sulla piattaforma Reuters il differenziale tra i Btp decennali e i Bund tedeschi si impenna sopra 380 punti avvicinandosi nuovamente alla soglia psicologia dei 400 punti base. In fibrillazione anche lo spread spagnolo che vola a 460 punti base con un rendimento del decennale che torna sopra il 6%. Dietro alle tensioni sui mercati c’è anche il rischio Grecia, che però oggi viene oscurato dall’effetto Spagna, dove alle incertezze sulle richieste di aiuto, si aggiungono la bomba a orologeria catalana e le proteste di piazza che stanno mettendo a ferro e fuoco Madrid. Ieri sera 28 arrestati e 64 feriti nella capitale spagnola, dopo le proteste degli indignados contro l’austerità del governo, mentre a Barcellona, il presidente della Catalogna Artur Mas ha chiesto l’indipendenza attraverso "l’autodeterminazione" e ha indetto elezioni anticipate per il prossimo 25 novembre. I catalani sono anche pronti a tenere un referendum sull’indipendenza della regione, senza tener conto del fatto che la costituzione spagnola vieta una simile consultazione. La più ricca regione della Spagna si avvia così verso la secessione, mentre il paese è sempre più in crisi e anche l’Andalusia si appresta a chiedere aiuti a Madrid per quasi 5 miliardi di euro. Intanto il governo spagnolo fa la voce grossa contro le proteste di piazza e il premier Mariano Rajoy fa sapere che è pronto a chiedere un nuovo salvataggio, se i costi di finanziamento resteranno a lungo troppo alti. Rajoy ha anche annunciato la creazione di un nuovo organismo di monitoraggio del deficit e del debito, alla luce delle nuove riforme strutturali che saranno varate questa settimana, con la legge finanziaria. In un’intervista al Wall Street Journal, Rajoy è tornato a parlare della possibilità che Madrid richieda un salvataggio precisando che prima il governo deve valutare se le condizioni poste per il salvataggio "sono ragionevoli". Tuttavia il premier spagnolo ignora anche che se i tassi di interesse sul debito resteranno "troppo alti troppo a lungo vi posso assicurare al 100% che chiederò questo salvataggio". Nel frattempo, da Francoforte, il ministro dell’Economia Vittorio Grilli e il presidente della Bundesbank Jens Weidmann, al termine di un incontro bilaterale, rassicurano sulla solidita dell’Italia.

"Non abbiamo bisogno di aiuti, un aiuto importante è già essere parte dell’area euro", ha spiegato Grilli. "L’Italia è abbastanza forte da risolvere i suoi problemi", ha invece affermato il banchiere centrale tedesco.

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