La crisi ucraina affonda le borse: verso la tempesta perfetta?

Borse in calo, materie prime in volo, rublo al tappeto: la batosta finanziaria della guerra è già chiara.

La crisi ucraina affonda le borse: verso la tempesta perfetta?

La crisi russo-ucraina è degenerata e per l'economia c'è il rischio di una vera e propria tempesta perfetta. Le prime ore dei mercati in seguito all'avvio dell'operazione di Mosca in Ucraina lo testimoniano. Le borse virano verso il profondo rosso e in Italia alle ore 10 Piazza Affari registrava un trend profondamente ribassista

Alle 10 il Ftse Mib perdeva il 3,18% delle quotazioni complessive e si posizionava vicina alla maglia nera tra i principali listini europei. Amsterdam e Parigi facevano registrare perdite vicine al 2,8%, mentre anche Madrid segnava da un -3%. Come prevedibile, la peggiore borsa in Europa in apertura era quella di Francoforte: il mercato principale della Germania faceva segnare alle ore 10 un -3,5% dopo l'invasione di Mosca in Ucraina che ha fatto virare al cupo il rapporto economico stretto, soprattutto in campo energetico, tra Berlino e la Russia. Alle 15 il passivo era ulteriormente più pesante: -5% per il Dax di Francoforte e il Ftse Mib, -4,60% il Cac40 di Parigi

Tra i titoli quotati a Milano fanno scalpore le perdite di diversi attori economici che soffrono duramente per le tensioni geoeconomiche legate al deflagrare della crisi: Pirelli e Intesa San Paolo sono le maglie nere, ma anche gli energetici sono in sofferenza. Non un solo titolo, in apertura, era in crescita.

Le Borse asiatiche sono in forte ribasso, con Tokyo che ha chiuso in calo dell'1,8%, Sydney del 3%, Seul del 2,6%, Shanghai dell'1,7% e Shenzhen del 2,4%. I future lasciavano presagire sin dal mattino europeo anche un'ondata regressiva anche a Wall Street: Nasdaq e Dow Jones erano sotto di oltre il 2% nella giornata di ieri e si hanno aperto tra il -2 e il -2,5% il 24 febbraio.

Anche Mosca deve leccarsi le ferite, dato che il rublo è sceso ai minimi storici sul dollaro, sfiorando quota 90, per poi recuperare un pò di terreno (ora scambia a 87,5 in calo del 6,6% in una giornata). Non dimentichiamo che per l'operazione russa in Ucraina la tenuta dell'economia è un punto dolente. La Banca Centrale di Mosca ha annunciato uno stimolo a sostegno della valuta per evitare una fugra di capitali. Come ricorda l'Ansa, inoltre, la vera bomba rischia di essere il prezzo del greggio: "il petrolio europeo (brent) supera quota 100 dollari (quasi +7% a 104) mentre quello texano (wti) vi si avvicina (+6% a 98)". Decolla, inoltre "il prezzo del gas in Europa per i rischi legati alle forniture russe: ad Amsterdam i future hanno toccato un rialzo massimo del 41%, a 125 euro al megawattora, per poi ritracciare a quota 113 (+27%). Ma volano anche i prezzi delle materie prime alimentari. In particolare il grano, di cui l'Ucraina è grande esportatore, che sale di oltre il 5%, con il rischio di effetti a catena sui prezzi dei prodotti di base quale pane e pasta".

Nel frattempo le Borse di Mosca e San Pietroburgo hanno detto che le contrattazioni sono sospese a causa dell'operazione militare russa lanciata in Ucraina. "Le contrattazioni sono sospese su tutti i mercati. La ripresa degli scambi verrà comunicata in giornata", si legge in una nota della Borsa russa (Moex). La Borsa di San Pietroburgo, la seconda del Paese, ha anche annunciato un "divieto di offerte e contratti per tutte le modalità di negoziazione e per tutti i tipi di titoli". Il rischio di una fuga di capitali è altissimo nel Paese.

Si segnala in tutti i mercati una fuga di capitali verso i cosiddetti bene rifugio. L'oro sta sfiorando 1950 dollari l'oncia (+2,5% da stamattina), i T-Bond americani sono scesi di rendimento dello 0,125% prima ancora dell'apertura delle borse Usa, il Bund tedesco ha perso quasi lo 0,1%. In calo, e va sottolineato, anche il rendimento del Btp decennale, da 1,94% a 1,9% in apertura di contrattazioni: segno che l'Italia è ritenuta solida, in questo contesto.

Sono solo le prime avvisaglie della crisi finanziaria legata alla guerra? Ancora presto per

dirlo. Ma il combinato disposto tra borse a terra e materie prime in volo è già di per sè un elemento chiave. E gli scenari per una tempesta perfetta nel pieno dell'inverno caldo d'Europa sono tutt'altro che da escludere.

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