Lo scorso 1 giugno la vita quotidiana a Shanghai, importante centro industriale e finanziario della Cina, è tornata alla normalità. Dopo quasi due mesi di chiusure causate dalla diffusione del Covid, le attività produttive hanno ripreso il loro regolare svolgimento. Il rilancio economico della città favorirà il risanamento delle catene di approvvigionamento globali; allo stesso tempo, la ripartenza dei consumi del mercato cinese è un'altra buona notizia per le aziende di tutto il mondo.
Il Wall Street Journal ha scritto che «l'annuncio di riapertura di Shanghai ha fatto salire i mercati asiatici». Il Purchase Manager Index della Cina il principale indicatore economico - è tornato a salire di 2.2 punti, raggiungendo il 49,6% nel mese di maggio, a dimostrazione di come le ultime misure, che combinano il contrasto al Covid e il sostegno alla ripresa economica, stiano iniziando a funzionare con segnali positivi. Resta il fatto che il PMI resta lievemente sotto la soglia 50, una soglia spartiacque tra crescita e recessione.
La Cina, domata la variante Omicron, ha pensato bene di agire subito sul versante economico. Il Consiglio di Stato, non a caso, ha diramato un pacchetto di 33 misure mirate a stabilizzare l'economia. Il contenuto del Decreto Rilancio cinese è molto ampio: si va dai maxi tagli fiscali, soprattutto per sostenere le piccole e medie imprese, alle politiche per sostenere la costruzione di opere infrastrutturali valorizzando il ruolo chiave di investimento, passando per le misure volte ad incentivare i consumi, in particolare dell'automotive.
Il Decreto Rilancio, inoltre, riguarda anche le aziende straniere sul territorio cinese. Sarà accelerata la compilazione di un elenco dei settori dove verranno introdotte politiche favorevoli per gli investitori esteri, così da sostenere e incentivare gli investimenti stranieri nel comparto manifatturiero e nei centri di ricerca e sviluppo.
Secondo gli ultimi dati, nei primi quattro mesi dell'anno sono stati registrati ben 185 nuovi progetti, tutti investimenti stranieri dal valore complessivo superiore ai 100 milioni di dollari. L'Oreal, ad esempio, ha instaurato la sua prima azienda di investimento in Cina proprio a Shanghai.
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