Scattano gli arretrati in busta paga per gli statali: ecco quando

Quasi 10 milardi di arretrati è la cifra che lo Stato pagherà ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni: ecco cosa cambia nel 2022

Scattano gli arretrati in busta paga per gli statali: ecco quando

Quasi 10 miliardi di euro è la cifra con cui lo Stato rimborserà i dipendenti della pubblica amministrazione con gli arretrati che gli spettano. Un bel gruzzoletto si pensa che, dal prossimo anno, ai dipendenti statali toccheranno aumenti dell'ordine fino al 4,15% sugli stipendi lordi come ci siamo occupati sul Giornale.it.

Le spese dell'ultimo triennio

Il motivo della "generosità" delle nuove buste paga è da ricondursi ad un ritardo strutturale dei rinnovi contrattuali nelle Pa: non si tratta che di un adeguamento fisiologico a cui vanno incontro, periodicamente, certe tipologie di contratti statali. Ma torniamo al nocciolo centrale, ossia i 10 miliardi di euro: come riporta Il Sole 24 Ore, "il ritardo accumulato negli anni si manifesta ora nella mole degli arretrati in arrivo". Il calcolo è il seguente: c'è una progressione che va dall'1,3% per il 2019 al 2,01% per il 2020 fino al 3,78% a regime, scontando il piccolo "anticipo" riconosciuto nei periodi scoperti dai rinnovi con l'indennità di "vacanza contrattuale", e cioé "lo 0,3% dello stipendio dalla primavera 2019 e lo 0,5% dal luglio di quell'anno".

Le cifre

Chi opera nelle "funzioni centrali" (più di 200mila persone), avrà un aumento in busta paga compreso tra 1.120 a 2.150 euro a seconda dell'inquadramento del dipendente. Situazione diversa nella Sanità (3 miliardi di arretrati) e tra Regioni ed enti locali (1,7 miliardi) dove aumenti e arretrati contrattuali sono finanziati dai bilanci delle amministrazioni. Negli ospedali, infatti, gli infinit tempi del rinnovo allungano l'attesa anche per il riconoscimento dei 335 milioni di "indennità di specificità per gli infermieri", ideata dal governo Conte-bis che ha premiato l'impegno della categoria nell'emergenza pandemica ma che era collegata da quella norma proprio al contratto ancora senza alcuna firma.

Il triennio 2019/2021 si concluderà tra due settimane: ecco, quindi, che i primi effetti contrattuali si vedranno sul recupero del tempo perduto: ormai da anni, gli stipendi dei dipendenti pubblici hanno "strappi" lunghi anche alcuni anni: dopo il lungo "congelamento" deciso nel 2010 durante la forte crisi dei debiti sovrani, il primo rinnovo fu siglato nel 2016-18 ma soltanto negli ultimi mesi del triennio di riferimento, in extremis. Per limitare i danni è intervenuto il Ministro delle Pa, Renato Brunetta, che già lo scorso mese di febbraio aveva trovato i fondi per i nuovi contratti, le cui somme erano state messe a disposizione dalle ultime tre manovre, ma non si era avviata alcuna trattativa.

Da quel momento è stata una corsa contro il tempo in primavera, con i sindacati che hanno intavoltato fittissime trattative su terreni minati quali la riforma degli ordinamenti, le carriere per il Pnrr e lo Smart Working dopo l'emergenza Covid-19.

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