La saga finanziaria tra Rcs e Blackstone, un lodo da complessivi 600 milioni di dollari, arriva al primo snodo. Oggi si attende il deposito delle controdeduzioni dell'editore del Corriere della Sera in merito alla giurisdizione della Corte Suprema di New York sulla richiesta di danni presentata dal fondo Usa nel 2018 e riattivata in seguito alla chiusura a maggio del lodo arbitrale milanese. Una competenza territoriale finora contestata da Urbano Cairo, che controlla Rcs, e che ha al proprio fianco lo studio legale di Sergio Erede, mentre il fondo Usa si avvale della consulenza dello studio Kirkland & Ellis.
In sintesi, si sostiene che Rcs è una società di diritto italiano e che la mancata vendita degli immobili di Via Solferino in capo a Blackstone, ad Allianz, su cui si basa la richiesta risarcitoria del fondo Usa, riguarda sempre attività tricolori. Il collegio arbitrale ha confermato la propria competenza scriveva l'editore nella nota emessa a metà mese su richiesta di Consob. A questa posizione, Blackstone aveva già obiettato che nel 2013, per trovare interlocutori a cui vendere gli immobili, l'editore, all'epoca alle prese con un importante piano di ristrutturazione, aveva scelto di andare oltre Oceano dove, grazie all'opera dell'advisor Banca Imi, erano stati diversi gli interlocutori coinvolti.
Il tema è delicato. Se la tesi di Rcs dovesse risultare convincente, la procedura si arresterebbe, in teoria, senza ulteriori spargimenti di sangue. E in società i vertici si dicono «pienamente fiduciosi, se no non saremmo arrivati qui», nonostante Blackstone abbia diritto di replica e il giudice possa chiedere ai duellanti ulteriori integrazioni. Meno problematica dovrebbe essere la richiesta di Blackstone relativa alla riunificazione delle due cause per danni, originariamente distinte, intentate contro Rcs e contro Cairo. L'editore non ha presentato obiezioni. Solo una volta risolti positivamente i due nodi, si entrerà nel vivo del dibattimento per poi arrivare a sentenza. Non prima di Natale secondo alcuni esperti vicini al fascicolo. Se la causa proseguirà, la Corte di New York dovrà verificare se ci siano i presupposti per il riconoscimento a Blackstone dei danni relativi all'operazione saltata a causa degli interrogativi denunciati da Cairo, all'epoca appena subentrato al timone del gruppo (con il 59,8% del capitale), sull'equità del prezzo pagato per gli immobili dal fondo Usa (120 milioni di euro).
L'imprenditore ritiene la causa priva di alcun fondamento e la quantificazione dei danni basata su, secondo i termini della semestrale, affermazioni generiche e non provate, tant'è che ha deciso di non effettuare accantonamenti, nonostante le richieste risarcitorie ammontino a una volta e mezza la capitalizzazione di Rcs.
La faida intanto è osservata da vicino da tutti i principali interlocutori della finanza italiana che non vedono l'ora di tornare in campo per guadagnarsi un posto al sole nel gruppo che edita il primo quotidiano italiano.
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