Ecco come la "corsia gialla" si è aperta alla concorrenza

Sparita la scritta "Telepass": tutti gli apparati possono transitare sotto la nuova "T"

Ecco come la "corsia gialla" si è aperta alla concorrenza
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In principio era solo il Telepass e si trattava di un'innovazione e invenzione tutta italiana. Con i mondiali del 1990 la tecnologia viene introdotta in via sperimentale da Autostrade in alcuni tratti della sua rete. Così, quando Autostrade viene privatizzata, nel 1999, Telepass passa di mano insieme con la società. E negli anni successivi si diffonde sempre più come sistema di pagamento alternativo rispetto al vecchio casellante. Nelle corsie dedicate al Telepass i clienti con dispositivo transitano senza fermarsi e con il tempo i caselli si sono attrezzati per segnalare in giallo le corsie del Telepass, che in alto sono ben visibili grazie alla segnaletica, anch'essa a fondo giallo, che riproduceva la scritta «Telepass».

Con l'avvento della concorrenza le corsie hanno mantenuto il colore giallo, ma il marchio «Telepass» è oggi sparito. Attualmente, in tutta la rete autostradale, campeggia un cartellone, sempre giallo, ma con una sola lettera: «T», che sta per «telepedaggio», ed è affiancata da un'immagine della bandiera europea (blu con un cerchio di stelle gialle). Ed è in queste corsie che tutti i dispositivi vengono riconosciuti dal sistema per il pagamento dei pedaggi.

Esistono anche corsie «miste», gialle e blu, che accettano anche le varie carte di credito: anche su queste compare la «T» e la bandiera Ue e si può transitare con qualunque dispositivo.

Oggi, oltre al Telepass, sono attivi UnipolMove, MooneyGo, Axxes, Dkv Box Italia, TollTikets. E la guerra per attirare nuovi clienti è appena iniziata.

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