Renzi promette al Meeting di Comunione e liberazione a Rimini e il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, tira il freno. Gli interventi sulle tasse vanno "collocati in un contesto ampio". Ciò che è certo è che il governo passerà incentivi fiscali a favore del Meridione. E su questo, lo ricorda oggi il Messaggero, di dubbi non ce ne sono. Ma i nodi da sciogliere sono ancora parecchi.
Dall'anno prossimo non si dovrebbe più pagare la Tasi introdotta nel 2014, come anche l'Imu per chi ancora la sta versdando e il governo punta all'eliminazione anche per quanto riguarda i terreni e i fabbricati agricoli e i macchinari "imbullonati". Quelli, per intenderci, che spesso sono trattati come capannoni senza esserlo.
C'è poi la questione degli incentivi per assumere, che potrebbero essere confermati, con l'esenzione dei versamenti a carico dei datori di lavoro. Un'altra ipotesi è però il taglio di alcuni punti a vantaggio del complesso dei lavoratori. Per convincere poi le aziende a investire in Italia, l'esecutivo punta a portare al 24% il totale delle aliquote che le società dovranno pagare, un punto sotto la Spagna, al momento più attrattativa del nostro Paese.
L'ultimo intervento della legislatura arriverà nel 2018 e sarà un nuovo intervento sull'Irpef. Ma prima delle riduzioni fiscali c'è da considerare le "clausole di salvaguardia" delle manovre finanziarie precedenti. Si parla di 16 miliardi tra possibile aumento Iva, aliquote d'imposta e accise. La prima ipotesi è dovuta al governo Renzi, la seconda a quello di Letta.
Servono poi 700 milioni per la bocciatura della "inversione contabile" nella grande distribuzione disposta dall'Ue.Il focus sul Mezzogiorno potrebbe portare all'utilizzo di uno strumento fiscale. Ciò detto, il ministero non vuole politiche troppo differenti per il Sud del Paese.
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