L'euro digitale è quasi realtà. Il «quasi» è dovuto alla decisione dell'Eurotower. Sarà, infatti, la Banca centrale europea a deciderne l'adozione effettiva, e il processo non sarà breve in quanto dovrebbe concludersi non prima del 2028. La Commissione europea ha intanto preparato il quadro giuridico necessario. La nuova moneta unica digitale, emessa da Francoforte, affiancherà l'euro in contanti e non lo sostituirà. Oltre alla possibilità di scelta sarà sempre garantito lo scambio tra digitale e contante.
«Siamo solo all'inizio di questa nuova ed entusiasmante sfida», hanno dichiarato Fabio Panetta, componente italiano dell'esecutivo Bce e delegato alla materia (è stato designato governatore Bankitalia; ndr) e Valdis Dombrovskis, vice presidente dell'esecutivo comunitario. Il sistema monetario dell'eurozona «deve prepararsi a un futuro digitale». Che sia in contanti o digitale «un euro resterà sempre un euro», ha garantito Dombrovskis. La Commissione ha anche previsto misure per rafforzare il corso legale del contante in tutta l'eurozona, considerato il continuo calo dei bancomat sul territorio (da 420mila nel 2016 a 370mila nel 2022) e dei pagamenti in contanti (da 72% pre-pandemia al 59%). «La condizione legale che riguarda oggi il contante riguarderà anche l'euro digitale, quindi ci sarà un obbligo - salvo eccezioni - di utilizzo e questa è una garanzia per tutti, perché non credo che nessuno voglia vivere in un mondo in cui la moneta è appannaggio di privati o di valute più o meno affidabili e segrete con l'assenza di un ruolo per gli Stati, per la sovranità monetaria», ha commentato il commissario Ue per gli Affari economici, Paolo Gentiloni. Un monitoraggio sarà affidato agli Stati, anche per valutare interventi in caso di minacce alla circolazione del contante. L'idea è «rassicurare il pubblico che intendiamo proteggere i contanti e che un euro digitale, se emesso dalla Bce, lo integrerà e non sostituirà il contante», ha aggiunto Gentiloni.
«Si sta inoltre cercando di capire come garantire che si tratti di un conto in euro per persona», ha precisato Dombrovskis. In pratica, l'euro digitale assomiglierà a un wallet come quelli che utilizziamo negli smartphone ma la controparte sarà la Bce, cioè gli Stati di Eurolandia. «Allo stesso tempo, le banche o la Bce non disporrebbero di dati sull'utilizzo dei portafogli digitali o di modelli di pagamento simili. È come se ci fosse una certa somiglianza con il denaro contante: le banche vedono quando si depositano i soldi negli sportelli bancomat o quando si prelevano, ma non vedono come si spendono i contanti», ha concluso il vicepresidente della Commissione. «Questo non è un progetto del Grande Fratello», ha sottolineato la commissaria ai Servizi finanziari Mairead McGuinnes.
L'eurozona non sarebbe comunque la prima a passare al digitale: già cento banche centrali hanno avviato il lavoro dopo la sfida posta al sistema dalle criptovalute. Nell'Ue la Svezia valuta la corona elettronica. Ed extra Ue, il Regno Unito la sterlina digitale. Sono in corso riflessioni negli Usa, mentre la Cina ha già emesso lo yuan digitale.
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