Eni fa il pieno di utili, oltre 13 miliardi

Il piano al 2026 con il gas e le rinnovabili al centro: 37 miliardi di investimenti

Eni fa il pieno di utili, oltre 13 miliardi

Eni incornicia il 2022 con profitti record e indica la rotta al 2026: 37 miliardi di investimenti per una strategia che ha al centro la produzione di gas e la sicurezza energetica. Ma anche business satelliti che vanno dalle rinnovabili, alla raffinazione passando per chimica ed e-mobility. Dopo aver messo in sicurezza il Paese con una strategia di diversificazione per sostituire il gas russo, ora Eni vuole rendere più ampie e sostenibili le sue attività.

Alla base di questa visione, ha spiegato l'ad Claudio Descalzi «una tecnologia proprietaria sempre più importate e la consapevolezza di non voler essere solo una utility, ma di arrivare come produttore a giocare le partite più importanti, in Africa e nell'area del Mediterraneo, da protagonisti».

Nei prossimi anni il gas continuerà ad essere la risorsa principe del business del Cane a sei zampe, salendo al 60% del mix di produzione entro il 2030. D'altra parte, nel 2022 ha contribuito al raddoppio dell'utile operativo, a 20,4 miliardi, col settore Esplorazione & Produzione che ha fatto da traino con un incremento di oltre il 70% a 16,4 miliardi. L'utile netto è salito a 13,3 miliardi, 9 in più del 2021. Nel settore gas, in particolare, l'ebit è volato fino a quota 2,1 miliardi.

Forte spinta anche sul gnl, che a fine piano raddoppierà sul 2022 a 18 milioni di tonnellate annue. I piani di crescita riguardano anche la bioraffinazione (tramite la controllata Eni Sustainable Mobility), la chimica (con Versalis) e le rinnovabili con Plenitude (la società aprirà il capitale prima dell'Ipo).

«Abbiamo focalizzato la nostra strategia di esplorazione e produzione principalmente sul gas, facendo leva sulle nostre produzioni e diversificando gli investimenti tra diversi Paesi» ha detto Descalzi. «Oggi possiamo dire chiaramente come sarà Eni nel 2030: le nostre attività upstream non genereranno più emissioni nette; la nostra produzione di idrocarburi sarà composta principalmente da gas; la nostra capacità di biocarburanti supererà i 5 milioni di tonnellate all'anno; la nostra capacità di energia rinnovabile sarà superiore ai 15 GW». Guardando al 2026, l'ebit raddoppierà e la produzione salirà del 3-4% annuo. La spinta green porterà le rinnovabili oltre 7 GW (oltre 15 GW entro il 2030).

Nonostante i buoni conti, ieri Eni ha sofferto in Borsa. Il titolo ha chiuso la seduta con un tonfo del 5,36%, a 13,35 euro, riportandosi ai minimi da inizio anno. Gli analisti avrebbero gradito uno sforzo in più sul fronte della remunerazione degli azionisti.

Ma il dividendo proposto per il 2023 sarà di 0,94 euro per azione, il 7% in più del 2022, con un nuovo programma di buyback da 2,2 miliardi. Per gli analisti di e-Toro, «a spaventare gli investitori potrebbe essere stata la paura per la tassa sugli extraprofitti». Va però anche considerato che il titolo ha corso molto negli ultimi sei mesi (+10%).

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