"Eurobond per energia e difesa": l'Ue verso la svolta?

Indiscrezione di Bloomberg: l'Ue pronta a emettere Eurobond per finanziare energia e difesa. Ecco cosa può accadere ora.

"Eurobond per energia e difesa": l'Ue verso la svolta?

Il prossimo Consiglio Europeo del 10-11 marzo che si terrà a Versailles potrebbe rilanciare l'ipotesi di emissione di Eurobond per finanziare le spese in energia e difesa. Lo riporta Bloomberg citando fonti riservate dell'Unione Europea. L'Unione Europea si starebbe, secondo l'agenzia finanziaria statunitense, preparando a una grande emissione di bond "su vasta scala" per finanziare le spese nei due settori che si rivelano oggigiorno più strategici per l'autonomia europea.

Secondo quanto Bloomberg è stato in grado di apprendere i tecnici sono al lavoro per mettere a punto un piano da presentare nonappena i capi di Stato e di governo dell'Unione avranno trovato un accordo sulle motivazioni politiche e sul perimetro ottimale per muoversi su questo scenario cruciale. Si preparerebbe una svolta a tutto campo: “Dobbiamo trovare nuovi strumenti per dare risposta alle nuove questioni che la crisi ci pone davanti" ha detto il commissario all’Economia Paolo Gentiloni a Strasburgo nella giornata odierna senza però specificare su quali misure si sarebbero concentrate le mosse della Commissione.

Si starebbe preparando una svolta paragonabile a quella che ha portato alla programmazione di Next Generation Eu tra il 2020 e il 2021. La mossa emergenziale di Bruxelles arriverebbe a poca distanza dal maxi-piano da 750 miliardi di euro comprendente Next Generation Eu e i programmi centrati sul Recovery Fund per lenire le conseguenze della pandemia. Ora, i 27 Stati membri devono affrontare straordinarie esigenze di finanziamento sul fronte del rilancio delle spese militari e della diversificazione energetica mentre si combatte la guerra tra Russia e Ucraina. La notizia ha già prodotto effetti concreti portando a un ribasso dei prezzi del gas (-3,6% in Europa alle 12), al rimbalzo delle borse, con Milano e Madrid in testa, e al calo dei rendimenti delle obbligazioni sovrane dei Paesi europei.

In sostanza, l'Unione Europea non ha emesso, nel marzo-aprile 2020, i tanto discussi "Coronabond" di cui molti Paesi avevano fatto richiesta, ma il Recovery Fund è stato finanziato di fatto con le prime obbligazioni comune europee e col debito mutualizzato. Si tratta di rafforzare la strada tracciata espandendo all'acquisto energetico e militare i margini di manovra di quanto oggigiorno destinato solo al piano di ripresa e resilienza europeo che è risultato sconvolto dallo tsunami inflattivo e dei prezzi energetici indotto dalla guerra. Misure emergenziali richiedono risposte emergenziali: lo scenario delineato dall'indiscrezione di Bloomberg è quello di uno sforzo congiunto dell'Europa per unire le risorse e centralizzare finanziamenti alle forniture energetiche e al potenziamento dell'infrastruttura della difesa. I due punti vulnerabili emersi in queste settimane per il Vecchio Continente, ora più che mai esposto alla buriana della crisi globale: gli Eurobond potrebbero essere il primo colpo battuto dall'Ue per non farsi sommergere dalla crisi.

Dopo le uscite di Gentiloni, però, la Commissione Europea, nel pomeriggio, ha per ora smentito "non abbiamo un piano" per emettere debito in comune, garantito dagli Stati membri, per finanziare le spese necessarie a far fronte alla riduzione della dipendenza dell'Ue dagli idrocarburi russi e alla difesa comune. "Non so se lo hanno in qualche Stato membro".

Lo ha affermato il vicepresidente esecutivo Frans Timmermans, rispondendo ad una domanda in conferenza stampa a Strasburgo e confermando che le indiscrezioni che circolano in queste ore a Bruxelles riflettono allo stato le idee di alcuni Stati membri, e non, o non ancora, dell'Unione nel suo insieme. Vedremo da qui al 10-11 marzo come cambierà la situazione sul terreno.

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