Il Mes inchioda l'Eurogruppo : muro dei falchi contro l'Italia

Il summit-fiume durato 16 ore si chiude senza un accordo: tutto rinviato a domani. Lo spread sale sopra i 200 punti

Il Mes inchioda l'Eurogruppo : muro dei falchi contro l'Italia

Nulla di fatto. Si conclude così la riunione fiume dell'Eurogruppo che doveva decidere sulle misure da intraprendere per contrastare la crisi economica seguita all'esplosione del coronavirus. Il presidente Mario Centeno, dopo un summit in videoconferenza iniziato alle 16 di ieri, ha iniziato un tweet laconico: "Dopo 16 ore di discussione ci siamo avvicinati a un accordo ma non ci siamo ancora arrivati". Un messaggio che lascia ben pochi dubbi su quanto avvenuto in queste lunghe ore di discussione, dove si sono scontrate le varie anime dell'Unione europea.

Il nodo Mes

Che il summit fosse difficilissimo lo si era capito sin dalle prime ore. Dopo settimane di scontri durissimi sull'uso del Mes e sull'avvento degli eurobond, si era arrivati al video-vertice di ieri con ben poche speranze di riuscire a trovare convergenza sui vari punti. E lo hanno confermato anche le prime indiscrezioni trapelate dopo la sospensione della riunione.

L'Italia ha fatto muro contro la il blocco del rigore di Germania, Paesi Bassi, Austria e Paesi scandinavi: i Paesi che ritengono il Meccanismo europeo di stabilità, il Mes, come uno strumento adeguato a risolvere la crisi. Ma il governo italiano sembra isolato, con la sola speranza di trovare ascolto in Francia e augurandosi che anche la Spagna convenga quantomeno sulla necessità dei cosiddetti coronabond.

Lo scontro tra falchi e colombe non ha portato però ad alcun accordo. Di eurobond non vogliono sentirne parlare, l'Italia respinge il Mes (almeno a parole). E c'è convergenza solo su Bei e Sure: istituti che però non sono mai stati in discussione, perché sono gli altri due i veri nodi del dibattito.

Così, dopo 16 ore di negoziati, tutto è stato rimandato a domani. Una scelta che mostra non solo l'incapacità europea di intervenire rapidamente e con strumenti di solidarietà nei confronti dei Paesi, ma anche l'impossibilità di unificare le diverse anime di cui è composta l'Unione europea, in cui convivono Paesi con strategie politiche e finanziarie sostanzialmente inconciliabili. Lo dimostra il fatto che anche a fronte di un'emergenza come quella del coronavirus, sia prevalsa la guerra tra rigoristi dei conti pubblici e Paesi in difficoltà, probabilmente con la speranza che questi ultimi cadano nelle trame del Mes e in quel rischio Troika che la Germania continua a nascondere o, nel migliore dei casi, a minimizzare.

Sale lo spread

Ora si attende mercoledì per una nuova riunione. In attesa di domani, è del tutto evidente che i governi si sentiranno in via bilaterale per provare a raggiungere un'intesa da portare sul tavolo e cercare di concludere una trattativa che rischia di minare le già fragilissime certezze del continente. L'Europa ha bisogno di risposte, ma l'Eurogruppo non è riuscito a darle. Una sconfitta (si spera momentanea) che però ha già fatto registrare i primi inquietanti segnali sui mercati.

Lo spread è salito sopra i 200 punti, mentre il rendimento del decennale italiano vola all'1,69% sul mercato secondario. Avvertimenti su cosa significa, per l'Italia, rimanere in balia dell'Eurogruppo e dei falchi del Nord.

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