Contesto recessivo e innalzamento dei costi energetici sono le cause principali che vanificano l'inizio di un recupero dei costi delle materie prime (-38% rispetto al picco di marzo 2022). Da qui un impatto negativo sulla ripresa del mercato dell'auto in Europa, insieme alla crescita del costo di produzione di un singolo veicolo con motore tradizionale di 500 euro, cifra che potrebbe però subire un nuovo aumento fino a 700 euro entro il 2024. È quanto emerge dal secondo aggiornamento al «Global automotive outlook» di AlixPartners, società di consulenza leader a livello globale. A concorrere alla discesa dei volumi (da 90 milioni di immatricolazioni in Europa nel 2019 a 78 milioni previsti per il 2022) sono anche le continue tensioni sulla disponibilità di semiconduttori e lo scenario geopolitico.
AlixPartners vede un recupero nel 2023 e nel 2024, rispettivamente a 84 e 90 milioni di vendite nel Vecchio continente, ma ciò sarà dovuto, oltre che alla maggiore disponibilità di semiconduttori, al «traino» del mercato cinese che potrebbe attestarsi, nel 2026, a oltre 30 milioni di auto immatricolate, aumentando così la propria incidenza sulle vendite globali a discapito di Europa e Stati Uniti. «Il contesto generale si è complicato ulteriormente con un indebolimento della domanda che potrebbe rendere complesso difendere i livelli di profittabilità record dei costruttori», l'osservazione di Dario Duse, Emea co-leader Automotive & Industrial team e country manager Italia di AlixPartners.
E sempre il repentino aumento dei prezzi energetici fa salire ancora il numero di chilometri che un'auto elettrica deve percorrere per pareggiare il differenziale di prezzo rispetto all'equivalente con motore termico: il punto di pareggio passa, infatti, da 105mila chilometri nel 2020 a 415mila attuali. «Valore che però cala a 280mila chilometri considerando gli attuali incentivi, che si confermano un fondamentale supporto per le auto a batteria», precisa Paolo Pucino, director di AlixPartners. Tornando alle materie prime, i costi sono scesi a 1.850 dollari per veicolo contro i 2.970 di marzo, comunque ancora molto superiori (circa 370 dollari) sui valori medi del 2020 (1.475 dollari).
Nell'elettrico, le materie prime necessarie per la produzione di un veicolo hanno visto un calo dei costi tra marzo e settembre inferiore e limitato al 26%, rimanendo di gran lunga superiore ai valori medi del 2020 (incremento di circa 2.150 dollari a vettura).
Duse, nel commentare l'aggiornamento al «Global automotive outlook», si è soffermato anche sulle strategie dei costruttori in funzione di questo scenario, ritenendo «prevedibile un aumento di partnership, joint venture e operazioni di M&A tra operatori del settore, sia produttori sia aziende della componentistica»,
propria come ha annunciato nei giorni scorsi l'ad di Renault, Luca De Meo, presentando l'accordo con il colosso cinese Geely per sviluppare, produrre e vendere componenti e sistemi di propulsione ibrida e a combustione interna.
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