Assolto dall'accusa di evasione fiscale grazie alla crisi. È quanto successo a un imprenditore milanese che ha evaso l'Iva per 180mila euro e prosciolto dal gup di Milano Carlo De Marchi che ha accolto la tesi della difesa, la quale sosteneva che l'imputato ''non aveva versato all'erario l'imposta, a causa della difficile situazione economica dell'impresa''. Per il giudice, quindi, "'il fatto non costituisce reato'' perché mancava la ''volontà di omettere il versamento''.
Dopo l'accertamendo della violazione da parte dell'Agenzia delle Entrate, l'imprenditore, assistito dagli avvocati Luigi Giuliano Martino e Marco Petrone, era stato condannato inizialm a 6 mesi di reclusione convertiti in una multa di oltre 40mila euro. I suoi legali hanno fatto però ricorso e chiesto il processo con rito abbreviato. Nel processo i due legali hanno dimostrato che l'imprenditore aveva evaso l'imposta ''a causa della difficile situazione economica dell'impresa e, piu' in generale, della crisi finanziaria del Paese''. Gli avvocati hanno sostenuto, inoltre, che ''l'Agenzia delle Entrate era stata doverosamente informata dal contribuente dell'importo Iva dovuto, motivo per cui non vi era stato l'intento di evadere''. Il gup al termine del processo ha assolto l'imputato perche', come chiariscono i difensori (le motivazioni arriveranno tra trenta giorni), non ha ravvisato ''l'elemento soggettivo del reato, vale a dire la volonta' di omettere il versamento''.
La condotta dell'imprenditore, concludono i difensori, ''pur rendendolo inadempiente, non poteva aver rilevanza dal punto di vista penale''.Non è la prima volta che si arriva a una sentenza simile. Già nel 2012 un imprenditore del Valdarno Fiorentino era stato assolto nonostante avesse evaso 150mila euro di Iva perché aveva in questo modo salvato l'azienda dalla bancarotta.
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