È partito "l'evasometro": il Fisco a caccia di furbetti

All’inizio di agosto è stato dato il via anche per le persone fisiche all'applicazione sperimentale dello strumento anti-evasione che monitorerà saldi e movimenti bancari

È partito "l'evasometro": il Fisco a caccia di furbetti

Contro l’evasione fiscale, e in assenza di indicazioni chiare da parte del governo, l'Agenzia delle Entrate ha proseguito sulla sua strada mettendo in campo piani per contrastare il fenomeno che crea un enorme danno alla collettività.

Tra le novità vi è la sperimentazione anche sulle persone fisiche dei controlli incrociati tra movimenti bancari, saldi mensili e annuali, e le dichiarazioni. Questa misura, come riporta Il Messaggero, è partita all'inizio di agosto in maniera sostanzialmente soft e, secondo le previsioni, potrebbe entrare a pieno regime con l'avvento del nuovo esecutivo.

Si ipotizza che il rilevamento sia in grado di scovare gli evasori in maniera selettiva e con margini di errore modesti. Il cosiddetto “evasometro” si aggiunge ad altri strumenti come il redditometro, sospeso lo scorso anno dal Decreto dignità ma ancora in vigore per gli anni arretrati fino al 2015, proprio per individuare i furbetti. Chi è deputato al controllo ha già a disposizione un enorme database, che mette insieme le comunicazioni bancarie e altri dati utili, attraverso cui effettuare l' incrocio e la selezione dei contribuenti ritenuti a rischio.

Ma sono previste anche delle tutele per quanto finiscono nel mirino del controlli. Con questi ultimi, come riferisce l'Agenzia delle Entrate in una circolare, va “instaurato il contraddittorio, invitandoli a comparire di persona o tramite rappresentanti per fornire dati e notizie rilevanti ai fini dell'accertamento nonché avviare, in caso di accertamento, il procedimento per adesione”.

Dopo il via libera ottenuto del Garante della Privacy, ora si sta mettendo a punto l'algoritmo in grado di individuare e segnalare gli scostamenti rilevanti tra saldo d' inizio anno e quello finale.

Questo strumento, già attivo per le società, potrebbe creare un certo allarme sociale se non usato in maniera corretta. Pertanto, si sta procedendo con cautela per individuare il modo di evitare di sparare nel mucchio e colpire persone innocenti.

Sono cinque gli elementi per indicare il “rischio evasione”: le giacenze medie sul conto corrente, i flussi mensili in entrata e uscita, i saldi iniziali e quelli finali dell' anno. Se l'algoritmo individuerà scostamenti significativi e non giustificabili rispetto alla dichiarazione dei redditi, ecco che scatteranno le verifiche.

Poi sarà obbligo del contribuente spiegare, attraverso la relativa documentazione, le presunte anomalie.

Con questo strumento, e grazie anche alla fattura elettronica e allo scontrino elettronico che partiranno a gennaio, si conta di recuperare tra i 10 e i 15 miliardi.

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