A un anno dalle prime voci di amministrazione straordinaria, con la crisi dell'ex Ilva che si palesava tra produzione a picco e casse semi vuote, parte la vendita del gruppo siderurgico commissariato. E a farsi avanti per primo, scoprendo le carte, è il gruppo Marcegaglia. Dal Teha Forum di Cernobbio è Emma Marcegaglia, presidente e ad di Marcegaglia Holding, ad affrontare il tema, evidenziando che se il «processo è ancora molto lungo», ma che il gruppo è pronto ad avanzare una manifestazione di interesse. D'altra parte si avvicina la data del 20 settembre, scadenza per la presentazione delle manifestazioni, e il gruppo Marcegaglia è da sempre tra i primi clienti di Taranto.
Nelle settimane scorse il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, aveva annunciato che molte multinazionali avevano già visitato gli impianti, «una ucraina, una molto importante americana, aziende di prim'ordine italiane, anche perché l'ex Ilva fa gola a molti» e ci sono «molte offerte». Le attese riguardano almeno 6-7 player tra cui Arvedi, Metinvest, Stelco, Sideralba, Vulcan Steel, Steel Mont. E secondo le ultime indiscrezioni raccolte da il Giornale quasi tutti avrebbero formalizzato la propria presenza nella fase 1.Le attenzioni di Marcegaglia e dei vari player potrebbero concentrarsi su una parte degli asset di Ilva e non sull'intero gruppo che conta più siti industriali oltre a quello storico di Taranto.
Le tempistiche sono quelle dettate dal governo, ma i veri giochi si faranno a ottobre visto che un'eventuale offerta vincolante dovrà essere fatta entro fine novembre.
Il bando che fissa le regole per la vendita è stato pubblicato a fine luglio sul sito di Acciaierie d'Italia e prevede la possibilità di offerte da parte di cordate che possono formarsi anche in un momento successivo a quello relativo a questo primo passaggio. Nel documento è scritto espressamente che «i commissari straordinari intendono perseguire» gli obiettivi del bando «mediante il trasferimento unitario di tutti i beni e rapporti giuridici destinati alle attività aziendali delle società, ovvero, alternativamente, qualora le offerte ricevute per l'intero complesso aziendale non siano ritenute congrue, mediante più operazioni separate di trasferimento di rami d'azienda».
Sull'ex Ilva, intanto, incombe il tema dell'azione inibitoria con la prossima udienza dinanzi al tribunale di Milano fissata per il 24 ottobre.
Il procedimento, che era stato temporaneamente sospeso dopo la trasmissione degli atti alla Corte di Giustizia Europea per porre alcuni quesiti concernenti l'interpretazione della legislazione europea in materia di emissioni inquinanti, ora può riprendere perché la stessa Corte di Lussemburgo si è pronunciata nel merito il 25 giugno scorso.
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