Ex Ilva, le manovre di Jindal per sabotare l'offerta di Baku

Ma è difficile che ci possa essere il ribaltone

Ex Ilva, le manovre di Jindal per sabotare l'offerta di Baku
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Fake news, pressioni e accuse industriali. Una campagna anti Baku si sta abbattendo sulla gara per l'aggiudicazione dell'ex Ilva di Taranto. Una partita già scritta fino a qualche giorno fa, per l'innegabile distanza tra le offerte dei pretendenti in corsa (in particolare tra gli azeri di Baku e gli indiani di Jindal), e che oggi è stata rinviata (ancora) ai supplementari per una serie di presunti rilanci che però, secondo quanto appreso dal Giornale, non sposterebbero l'esito finale. Fonti vicine al dossier rispediscono fermamente al mittente l'ipotesi diffusa da Bloomberg sul fatto che l'offerta di Jindal avrebbe superato quella di Baku Steel e raggiunto 4 miliardi (tra offerta e investimenti).

Gli azeri di Baku restano infatti la società che ha fatto la migliore proposta (almeno 1,1 miliardi per impianti e magazzino) e strategica (approvvigionamento di gas a prezzi moderati). Ma nonostante questo, l'aggiudicazione tarda ad arrivare perché, per come è scritto il bando di vendita, fino all'ultimo un soggetto x (in corsa o meno) può avanzare offerte.

Una smagliatura superflua che potrebbe ulteriormente dilatare i tempi. Una situazione paradossale che in queste ore ha permesso a Jindal di avere più tempo e di volare addirittura a Baku, cercando un dialogo tardivo con gli azeri.

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