Oscar Farinetti, patron di Eataly ha rivelato al Fatto Quotidiano la sua delusione per il mare di critiche con cui è stato attaccato dopo gli scioperi di alcuni store italiani, quello di Firenze in testa. Lo sfogo è arrivato durante il World Business Forum a Milano.
"Mi si vuole far passare per un hitleriano: mi ribello a questa visione che si ha di me, voglio resistere, sono figlio di partigiani, ma questa narrazione dei fatti è sbagliata. Non ho mai avuto società all'estero, non lo farò mai, andrò avanti con lo sviluppo italiano, ma di fronte a questo ti viene voglia di andare a lavorare dove la gente si lamenta di meno e dove c'è meno scandalismo" dichiara Farinetti che sostiene che nei picchetti davanti ai suoi negozi non ci siano mai i suoi assunti, ma esterni che strumentalizzano la protesta. Su 1700 dipendenti hanno sciperato in tre.
Tutti gli altri erano Cobas e sindacati, fossilizzati nella loro missione di mettere in fuga gli imprenditori dal nostro paese. Anche il patron di Eataly ha dovuto ammettere tra i denti che "Ho pensato di abbandonare l'Italia, ho sofferto molto per le polemiche che ci sono state, ci sto male. Forse ho commesso qualche errore, ma io investo, creo ricchezza e pago le tasse nel nostro Paese". Una fede che dopo le critiche ha vacillato per un momento.
style="line-height: 22.4671058654785px;">Per rilanciare la sua immagine e mettere a tacere chi movimenta i picchetti ha poi confermato che entro l'anno l'80 per cento dei suoi dipendenti verrà assunto a tempo indeterminato.
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