A Washington l'incertezza resta il convitato di pietra del meeting di primavera di Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale. La World Bank ha rivisto leggermente al rialzo le previsioni della crescita globale per il 2023 al 2% dall'1,7% stimato a gennaio. È quanto ha annunciato il presidente della Banca Mondiale, David Malpass, spiegando che le previsioni globali per l'anno in corso sono state modificate grazie alla fine delle restrizioni anti Covid da parte della Cina, mentre le economie avanzate hanno fatto un po' meglio del previsto a gennaio.
La crescita economica globale si attesterà al di sotto del 3% per i prossimi cinque anni e questo «è preoccupante», ha sottolineato il direttore generale dell'Fmi, Kristalina Georgieva. «Un po' di slancio viene dalle economie emergenti, in particolare dall'Asia - ha spiegato Georgieva - e si prevede che India e Cina rappresenteranno la metà della crescita globale nel 2023». E aggiunge: «Nonostante i mercati del lavoro e la spesa dei consumatori sorprendentemente resilienti nella maggior parte delle economie avanzate e l'aumento dovuto alla riapertura della Cina, prevediamo che l'economia mondiale crescerà meno del 3% nel 2023». Si tratta della stima a medio termine più bassa dal 1990 e «ben al di sotto della media del 3,8% degli ultimi due decenni», ha aggiunto evidenziando che «ciò rende ancora più difficile ridurre la povertà, guarire le cicatrici economiche della crisi Covid e offrire nuove e migliori opportunità per tutti». Il rimedio è il solito.«Aumentare la produttività e il potenziale di crescita attraverso riforme strutturali e accelerando la rivoluzione digitale, migliorando il contesto imprenditoriale e promuovendo l'inclusione», ha concluso.
Ma sei contorni del prossimo futuro sono ancora indefiniti, le banche centrali hanno solo un'unica preoccupazione: combattere l'inflazione a colpi di rialzi dei tassi. Una politica che, sulla carta, confliggerebbe con i propositi di Georgieva. Pablo Hernández de Cos, governatore del Banco de España e componente del board Bce ha ribadito che l'Eurotower «continuerà ad alzare i tassi se le sue più recenti previsioni di inflazione si materializzeranno». Questo anche se «alcune componenti dell'inflazione core» iniziano a mostrare segnali di stabilizzazione. Anche dalla Fed arrivano segnali analoghi: andrà avanti.
L'andamento degli swap ieri indicava che ci sono oltre l'80% di chance di un rialzo dei tassi dello 0,25% in maggio. Politiche che rebnderanno meno sostenibili i debiti pubblici aumentati durante la pandemia. L'Italia è avvisata.
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