"Tra imposte dirette e indirette, ogni 10 euro 7 vanno allo Stato. Aumenti in vista su tutti i settori dalle imposte comunali ai prodotti di primo consumo. Su uno stipendio da 1.500 euro ogni mese 349 euro vanno in tasse. Così aumenta la fascia povera del Paese. Poi si viene a scoprire che tra fisco e crediti d’imposta, l’Agenzia delle Entrate deve agli italiani oltre 12 miliardi di euro”. Questo è quanto riportato in una nota di Federcontribuenti, nella quale viene ricordato anche come il carico fiscale italiano, comprensivo di tasse, imposte e addizionali “è totalmente sproporzionato rispetto ai redditi delle famiglie italiane. Pagando ogni sorta di contributo e tributo restano 500 euro al mese su un reddito pari a 18 mila euro l’anno e con queste 500 euro ci si dovrebbe fare la spesa, pagare gli imprevisti".
Secondo il Presidente dell'associazione, Marco Paccagnella, il ragionamento è semplice: "Siamo totalmente fuori controllo. Se alzi le tasse divori il reddito di per sé basso; significa lasciare che sempre più famiglie finiscano al di sotto la soglia di povertà". Alziamo le tasse per mantenere le famiglie a basso reddito, ma più le alzi e più il numero delle famiglie cadute in povertà aumenta. Non è vero che questo Governo non ha aumentato le tasse: alzando le accise, lasciando aumentare i costi per le utenze domestiche, lasciando agli Enti comunali e regionali la libertà di aumentare le addizionali sulla Tari, di fatto hai alzato le tasse.
L’andamento vede in rialzo tutte le imposte sulle utenze domestiche come i costi di gestione perché , in qualche modo, gli Enti locali – conclude Paccagnella – hanno deciso di far cassa ancora una volta sulla pelle dei contribuenti”.
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