“Le parole del commissario Ue al Bilancio Paolo Gentiloni, che conferma la stangata sul patrimonio immobiliare degli italiani e la giustifica come “una necessità per l’Italia di cui penso il governo italiano sia pienamente consapevole” sono deprecabili e del tutto fuori luogo, se non per il tentativo di mettere pressione alle forze politiche che tengono in vita il governo Draghi, hanno trovato un accordo sulla modifica dell’articolo 6 della legge delega”. Il presidente di Federproprietà Giovanni Bardanzellu e il responsabile del settore Finanze e Tesoro, Riccardo Pedrizzi denunciano così le affermazioni del commissario.
Il motivo? “Rischiano di essere un vero e proprio ripensamento con pesanti conseguenze fiscali sui risparmiatori italiani” e riportano a galla la volontà di realizzare, con la riforma del catasto, una vera e propria patrimoniale in palese contraddizione con i recenti accordi presi all’interno del Governo. “Le parole di Gentiloni dimostrano che la riforma del catasto ce la chiede, anzi, ce la impone l'Europa – sottolinea Giovanni Bardanzellu - che ha posto condizioni vincolanti all'erogazione dei fondi del Pnrr in spregio alla sovranità popolare e alle decisioni del nostro Governo, come fin dall'inizio di questa telenovela avevamo purtroppo previsto”.
Secondo Federproprietà se da un lato è vero che con la riformulazione proposta dell’articolo 6 della legge delega viene eliminato il riferimento esplicito ai "valori patrimoniali” del bene si conferma però che le rendite catastali attuali saranno affiancate da una rendita ulteriore con aggiornamento periodico e questo potrebbe dare a questa rendita ulteriore un significato contrario a quello degli accordi.
Federproprietà ricorda che nel 2020 la pressione fiscale in Italia è cresciuta ulteriormente dello 0,7%, arrivando al 43% contro una media Ocse del 34%. E se il calcolo viene fatto rapportato solo al gettito dei redditi di coloro che pagano tasse ed imposte, la pressione tributaria italiana supera il 48%.
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