Bonterre si prepara ad alzare la posta su Ferrarini. All'indomani della proposta concordataria per il salvataggio dello storico produttore di salumi (300 milioni di debiti), presentata e depositata dalla cordata Amco-Pini, il tandem rivale composto da Bonterre-Intesa-Unicredit-Grandi Salumifici Italiani-Opas e Hp non molla la partita. E, anzi, conferma «l'impegno a mantenere l'offerta presentata (il 10 agosto, ndr) e, nel caso, ad arricchirne ancor più i contenuti, qualora si instaurasse finalmente la leale procedura competitiva imposta dalla legge». La cordata ha rivendicato lo sforzo per «la costruzione di un processo di filiera tutto italiano, dall'allevatore al consumatore, la fruibilità certa e immediata da parte di tutte le maestranze dei vicini impianti e stabilimenti del Gruppo Bonterre e di Opas, in caso di spegnimento dello stabilimento di Rivaltella, la garanzia dei livelli occupazionali già individuati».
Un messaggio diretto ai concorrenti Amco-Pini, la cui proposta è da giorni nell'occhio del ciclone della politica, per il coinvolgimento di un gruppo pubblico in un affare privato: la Amco è la banca del Mef e convertirebbe i crediti (pubblici) vantati verso Ferrarini in capitale. La tutela del made in Italy, sarebbe poi a rischio alla luce «del forte pericolo di delocalizzazione negli stabilimenti spagnoli della famiglia Pini», ma meglio rappresentata dalla cordata Bonterre che ieri ha attaccato direttamente la proposta Pini-Amco criticando anche «la mancanza di pagamenti immediati o nel breve del passivo concordatario, con lo spostamento del soddisfo dal terzo anno di piano industriale in poi».
Nel mirino di Bonterre e delle banche finanziatrici - Intesa, guidata dall'ad Carlo Messina e Unicredit, guidata da Jean Pierre Mustier - anche il passaggio sulla percentuale di soddisfo (33%) dei creditori chirografari che renderebbe vana la presentazione di proposte concorrenti: «Si tratta spiegano di un affermazione unilaterale, che non risponde alle rigorose verifiche di carattere giuridico ed economico cui è e dovrà essere sottoposta la proposta principale». Toni durissimi che proiettano Ferrarini al prossimo round: il 25 settembre il giudice di Bologna dovrebbe decidere sul ricorso avanzato, a maggio, da Intesa e Unicredit in merito alla competenza del foro.
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