Adesso scatta l'ora x. Gli italiani aprono il portafogli per versare 12 miliardi di tasse all'erario. Oggi scade il termine entro il quale oltre venti milioni di famiglie dovranno versare l’acconto di Tasi e Imu, le tasse locali sulla casa. Più nel dettaglio, secondo i calcoli della Uil, 19,7 milioni di proprietari di prima casa e 25 milioni di proprietari di altri immobili saranno chiamati al versamento della prima rata. Il conto tra Imu e Tasi a giugno sarà di 12 miliardi di euro, di cui 9,7 miliardi di euro per la prima e 2,3 miliardi di euro per la seconda, dei quali 1,8 miliardi per la prima casa.
Per la Tasi il costo medio complessivo (tutti i comuni) è di 180 euro medi, di cui 90 da pagare con l’acconto il prossimo 16 giugno. L’aliquota media si attesta all’1,95 per mille. Nelle città capoluogo però il costo della Tasi sale a 230 euro medi (115 euro l’acconto a giugno), con punte di 403 euro. La città più tartassata è Torino con 403 euro di media annuale (202 di acconto), seguono Roma con 391 euro l’anno (196 di acconto) e Firenze con 346 euro l’anno (173 di acconto). L’aliquota media nelle città
capoluogo è del 2,65 per mille. In 1/3 dei capoluoghi l’aliquota è al massimo: 3,3 per mille.
Le cifre salgono decisamente per l’acconto Imu sulle seconde case: il costo medio in questo caso è di 866 euro di cui 433 euro da pagare con l’acconto di giugno, con punte di 2.028 euro
a Roma (1.014 euro l’acconto); 1.828 euro a Milano (914 euro di acconto); 1.792 euro a Torino (896 di acconto); 1.748 euro a Bologna (874 euro di acconto).
Al momento sono 1.490 i comuni che hanno pubblicato le aliquote per il 2015, per quelli che non lo hanno ancora fatto varranno le aliquote del 2014. A metà dicembre, con il versamento della seconda rata, i contribuenti pagheranno il conguaglio in base a eventuali aggiornamenti delle percentuali. Al momento la tendenza generale è parsa quella di confermare gli importi dello scorso anno, anche se ben 173 comuni (tra cui 5 città capoluogo) hanno rivisto le aliquote al rialzo. In particolare ad Enna l’aliquota passa dall’1 per mille dello scorso anno (non aveva pubblicato), al 2,5 per mille di quest’anno; a Modena si passa dal 3,1 per mille al 3,3 per mille; a Sondrio dal 2 per mille al 2,5 per mille; mentre a Potenza la detrazione fissa di 100 euro viene diminuita a 50 euro e quella per i figli minori passa da 50 euro a 25 euro; a Treviso la detrazione fissa di 200 euro passa a 150 euro.
Conto salato anche per i proprietari di negozi e uffici. Secondo la Cgia di Mestre, tra il 2011 (ultimo anno in cui si è pagata l’Ici) e il 2014, la tassazione sugli immobili strumentali ha subito una vera e propria impennata: il gettito complessivo
sulle attività produttive è passato infatti da quasi cinque miliardi di euro a oltre dieci miliardi.
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