Controlli sempre più serrati: il Fisco sfodera l'intelligenza artificiale

Si parla da tempo di nuove tecnologie informatiche da impiegare nella lotta all'evasione. I controlli saranno sempre più invasivi per individuare i soggetti a rischio

Controlli sempre più serrati: il Fisco sfodera l'intelligenza artificiale

Come già annunciato nei mesi scorsi, a scendere in campo nella cosiddetta lotta all'evasione fiscale potrebbe essere presto anche l'intelligenza artificiale, con algoritmi elaborati ad hoc per tale scopo. Da tempo, infatti, si parla di nuove tecnologie per rintracciare gli evasori, come machine learning, text mining e analisi delle relazioni. Arriveranno di conseguenza anche delle figure professionali specializzate nell'analisi dei dati, come informatici, ingegneri ed esperti di economia.

Lo stesso direttore dell'Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini ha spiegato che ci troviamo di fronte ad una ormai prossima innovazione dei controlli, come richiesto dall'Unione Europea.

All'interno del progetto A data driven approach to tax evasion risk analysis in Italy si trovano tantissime diciture informatiche che non lasciano dubbi sul futuro. La tecnologia servirà anche per controllare. Verranno verificati acquisti e movimenti di denaro al fine di scoprire il reale tenore di vita del cittadino e individuare, in questo modo, i presunti evasori. Insomma, per quanto vengano impiegate definizioni altisonanti, spesso e volentieri pure in inglese, il fine resta sempre il solito. Si parla sempre di "spesometro" e "redditometro", soltanto che sono utilizzati termini diversi, e viene coinvolta la tecnologia.

Tutti i dati saranno analizzati, dall'anagrafe tributaria fino ad arrivare agli account social. A svolgere il lavoro sarà l'intelligenza artificiale grazie ai suoi algoritmi e alla sua spiccata capacità di apprendimento automatico. "La Guardia di Finanza investirà 32 milioni di euro in big data e cybersicurezza con l'obiettivo di creare una infrastruttura per semplificare le operazioni di analisi dei dati, anche attraverso modelli statistici", si apprende dall'ultimo rapporto del Censis, riportato da Libero.

A preoccupare è il fatto che questa intelligenza artificale dovrebbe operare addirittura con lo scopo di anticipare eventuali comportamenti fraudolenti. Ciò significa che a finire sotto la lente d'ingrandimento del Fisco potrebbero essere delle persone del tutto innocenti ma che per qualche ragione fanno scattare l'allarme del sistema. Tali soggetti saranno considerati come individui a rischio evasione.

E se ciò appare già da solo inquietante, è bene segnalare che in futuro alla tecnologia potrebbe essere affidato pure il compito di emettere e motivare gli atti di accertamento, con eventuale intervento del giudice tributario a deliberare sui ricorsi. Eurispes, ente privato italiano che si occupa di studi politici, economici e sociali, cita senza mezzi termini l'esempio della Cina, "dove è stato creato un vero e proprio magistrato-robot capace di formulare un'accusa formale per oltre otto diversi tipi di reato e con una precisione vicina al 97%".

In tutto questo discorso – vedremo in futuro che cosa sarà effettivamente realizzato dei progetti sul tavolo – resta comunque

anche la questione privacy. Si parla di anonimometro, ossia un sistema di accertamento fiscale che consente la pseudonimizzazione dei dati mediante un codice che sarà fornito al posto del nome e del cognome del contribuente.

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