Fusione Unicredit-Mps. Il Tesoro schiera Amco

La ex Sga potrebbe acquisire14 miliardi di Npl di Piazza Gae Aulenti per agevolare le nozze

Fusione Unicredit-Mps. Il Tesoro schiera Amco

Unicredit e Monte Paschi volano in Borsa sulle indiscrezioni relative a una «facilitazione» pubblica delle loro nozze. Secondo quanto riportato da Reuters, ammonterebbe a circa 14 miliardi il piano cui starebbe lavorando il governo per assumere, tramite Amco, i non-performing loans di Piazza Gae Aulenti con l'obiettivo di rendere più attraente per la seconda banca più grande del Paese l'accordo per l'acquisizione del Monte. Ieri in Piazza Affari ,Unicredit ha guadagnato il 6,09% a 7,96 euro, mentre Rocca Salimbeni ha proseguito il recente trend rialzista chiudendo a 1,137 euro (+3,65%).

L'ipotesi di un nuovo intervento consistente di Amco sembra corrispondere alle richieste formulate da Unicredit al Tesoro (principale azionista del Monte con il 64,2%) per acconsentire alla fusione. La società pubblica di gestione degli attivi problematici, guidata dall'ex Unicredit, Marina Natale, è già intervenuta nelle vicende dell'istituto toscano tramite l'operazione Hydra con la quale ha rilevato 8,1 miliardi di Npl del Monte attraverso una scissione parziale in proprio favore. Occorre ricordare che il governo ha già provveduto con la manovra 2021 ad agevolare la trasformazione delle Dta in crediti fiscali (con un impatto positivo di circa 2,5 miliardi in caso di merger). L'altro dossier aperto è quello del contenzioso legale con richieste risarcitorie per gli aumenti di capitale del passato che ammontavano a oltre 10 miliardi al 30 giugno scorso. Una cifra alla quale si aggiunge la richiesta di 3,8 miliardi da parte della Fondazione Mps («spinta» dal Comune di Siena). L'intervento di Amco, pertanto, potrebbe pareggiare l'esposizione a tali rischi ove il ministero dell'Economia non intendesse intervenire ancora politicamente promuovendo una serie di accordi transattivi, forte del proprio potere di moral suasion.

In ogni caso, la vicenda non sembra destinata a risolversi nel brevissimo termine. L'istituto dell'ad Guido Bastianini dovrà effettuare una ricapitalizzazione da circa 2,5 miliardi per far fronte tanto alle perdite di esercizio quanto agli effetti di trascinamento di Hydra (non si esclude un nuovo scorporo di Npl sempre a favore di Amco). La Borsa in questi giorni ha apprezzato le indiscrezioni circa la conservazione del brand Mps con uno spin off del ramo post fusione con il gruppo milanese.

Unicredit, però, dovrà prima individuare il successore di Jean-Pierre Mustier, che ha già annunciato l'addio in concomitanza con l'approvazione del bilancio. Le nozze, però, non piacciono a tutti. Sia la Fabi che M5s sono favorevoli a un Monte pubblico, leader di un polo con Carige e PopBari.

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