Gas, asse tra Eni e Petronas. Data center nuova frontiera

Alleanza sul Gnl. Per gli azionisti dividendo più alto nel 2025 (a 1,05 euro). Debutto nei supercomputer

Gas, asse tra Eni e Petronas. Data center nuova frontiera
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Una mega società con la malese Petronas nel gnl, l'avvio di una nuova area di business nei data center e la creazione di una divisione ah hoc per la cattura e stoccaggio della Co2. Sono le tre principali novità del piano industriale di Eni che disegna con 27 miliardi di investimenti la strategia del gruppo al 2028 . Il tutto, nella cornice di conti 2024 a luci e ombre, ma con una remunerazione che, tra dividendi e buyback, è salita a quota a 5 miliardi grazie a una «struttura finanziaria solida».

Nel dettaglio, l'ad Claudio Descalzi (in foto) prevede una crescita sostanziosa della produzione del 3-4% l'anno fino al 2028. E, anche a questo scopo, il gruppo ha rafforzato il business oil and gas siglando una joint venture con Petronas che darà vita a un colosso leader in Asia e che svilupperà il mercato del gnl nell'area. L'operazione garantirà nel medio termine una produzione di 500 mila barili di olio equivalente al giorno, per riserve di 3 miliardi di barili di olio equivalente e un potenziale esplorativo di circa 10 miliardi di barili.

In generale, il Cane a sei zampe con il nuovo piano accelera il percorso di diversificazione attraverso «il modello satellitare che è stato - spiega l'ad - quello che ci ha permesso di andare più veloci e aumentare il cash-in, aiutandoci nella gestione del leverage e nella resilienza del business».

Eni ha incassato 12 miliardi di euro dal 2019 grazie agli incassi dalle società satellite e aspetta altri 13 miliardi circa nell'arco del nuovo piano. Quanto ai due principali satelliti Plenitude ed Enilive, Eni è decisa a proseguire sulla strada della valorizzazione e punta per Plenitude (divisione rinnovabile) ad aumentare al 30% la quota cedibile, dopo aver aperto il capitale al fondo Eip (10%). Per Enilive, invece, la cui ebitda (il margine operativo lordo) è stimata a 2,5 miliardi entro il 2028 (valore più che triplo sul dato 2024) il focus saranno i carburanti sostenibili per l'aviazione.

Il gruppo ha deciso poi di entrare nel business dei data center dove, sfruttando expertise e asset già sviluppati (come il supercomputer Hpc6, il quinto maxi calcolatore al mondo, avviato nel 2024), intravede significative potenzialità, tra cui lo sviluppo che riguarda il fabbisogno di energia dei data center stessi. Guardando ai conti di bilancio, la produzione ha fatto la differenza con un +3% a 1,72 milioni di barili equivalenti giorno. Ma l'utile netto rettificato si è attestato a 5,2 miliardi, in calo del 37% sull'esercizio precedente mentre l'utile operativo proforma adjusted (rettificato delle partite straordinarie) è sceso del 20% a 14,3 miliardi.

Bene, in ogni caso, il flusso di cassa operativo adjusted prima del capitale circolante che ha raggiunto 13,6 miliardi superando le previsioni (+1 miliardo) e risultando ampiamente «eccedente», chiarisce il gruppo, al fabbisogno per gli investimenti organici di 8,8 miliardi. Un equilibrio finanziario che ha permesso a Eni di distribuire oltre 5 miliardi agli azionisti, decidendo di incrementare il dividendo 2025 del 5% (a quota 1,05 euro per azione).

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