Bollette, stop all'aumento dei prezzi: le novità del decreto Aiuti bis

Fino al 30 aprile del 2023 i fornitori di energia elettrica e gas naturale non potranno modificare unilateralmente i contratti. Se la nuova tariffa non è diventata effettiva prima del 10 agosto, questa non ha valore

Bollette, stop all'aumento dei prezzi: le novità del decreto Aiuti bis

Avevamo già anticipato una misura auspicabile, ovvero la sospensione da parte dei fornitori di energia elettrica e gas delle modifiche unilaterali dei contratti, tipicamente quei ritocchi di prezzi verso l’alto di cui l’utente può limitarsi a prendere nota, salvo decidere di cambiare gestore.

Il decreto Aiuti bis, pubblicato il 9 agosto sulla Gazzetta ufficiale, si spinge oltre: fino al 30 aprile del 2023 i fornitori di energia elettrica e gas naturale non potranno aumentare unilateralmente i prezzi, anche specificando – così come esigono le norme vigenti – che il consumatore può recedere gratuitamente dal contratto. Una novità retroattiva che riguarda tutte quelle nuove formulazioni di prezzo annunciate prima del decreto e che non sono ancora diventate effettive.

I dubbi delle associazioni di consumatori

Adiconsum chiede ai gestori di avvertire quei clienti a cui ha già comunicato aumenti che non sono ancora stati applicati alle bollette, dicendo loro che il ritocco verso l’alto delle tariffe non verrà attuato.

Assoutenti, pure riconoscendo l’impegno del governo, sostiene la necessità che vegano applicati prezzi amministrati, ossia un prezzo fissato dalle autorità politiche per determinare le tariffe di mercato. L’associazione di consumatori con base a Roma teme che i gestori, non ritenendo più remunerativo un contratto possa disdirlo, abbandonando il cliente finale a se stesso.

Le modifiche unilaterali di contratto si appoggiano al principio del “silenzio-assenso”. Questo vuole dire che il consumatore, una volta avvertito dal gestore, ha tempo 30 giorni per eventualmente disdire il contratto di fornitura. Scaduto questo termine le nuove tariffe diventano effettive e diventa pressoché impossibile cambiare fornitore senza dovere pagare penali.

È quindi opportuno che ognuno controlli quando il proprio gestore gli ha eventualmente comunicato un nuovo aumento dei prezzi e, a scanso di equivoci, lo contatti per segnalargli che se la nuova tariffa non è diventata effettiva prima del 10 agosto, questa non ha valore.

Nel frattempo

I mesi freddi sono anche quelli durante i quali si fa maggiore ricorso all’energia elettrica e al gas. Ci sono, soprattutto per il riscaldamento, alternative valide che sono assoggettate a politiche di bonus e incentivi.

Il fatto che fino ad aprile del 2023 (e quindi immediatamente a ridosso di temperature più piacevoli) i gestori non possano aumentare le tariffe, non significa che il prezzo di gas ed energia elettrica siano sostenibili.

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