Generali, l'identikit nel nuovo consiglio

Avrà fino a 15 membri, con un ceo internazionale. Lista pronta per il 14 marzo

Generali, l'identikit nel nuovo consiglio

Il cda di Generali disegna con un parere puntuale ma non vincolante l'identikit del board ideale, più indipendente, inclusivo, diversificato nelle competenze e, all'occorrenza, anche più numeroso, in vista dell'assemblea del 29 aprile chiamata a eleggere i nuovi vertici aziendali. In Piazza Affari intanto è scattato il count down per il controllo del gruppo assicurativo e dei suoi 700 miliardi di asset in gestione. E, mentre il board prosegue nei lavori per la formazione della lista del cda, percorso voluto da Mediobanca (al 12,8% del capitale e al 17,2% dei diritti di voto) e appoggiato da DeAgostini, sale l'attesa degli investitori per conoscere i piani di Francesco Gaetano Caltagirone (all'8,04% del capitale) che ha preannunciato una propria lista, appoggiata presumibilmente da Leonardo Del Vecchio (al 6,6%) e da Fondazione Crt (all'1,7%) con cui l'imprenditore romano condivide l'obiettivo di un cambio di passo a Trieste. Tutto tace a Roma, ma i tempi stringono. Tanto più che mentre l'ad Philippe Donnet, candidato al terzo mandato dal cda uscente, ha già presentato il proprio piano al mercato e il board si appresta a pubblicare i nomi per il rinnovo del vertice (la lista potrebbe essere approvata già con il cda del 14 marzo), l'imprenditore romano deve ancora avviare le interlocuzioni con gli investitori sia sulla strategia (su cui è al lavoro Bain con Fabrizio Palermo ritenuto da taluni osservatori ad in pectore) sia sui nomi. In teoria il termine per la presentazione delle liste è il 2 aprile (il 28 marzo per la lista del cda), ma a quel punto la strada potrebbe essere in salita. Nella battaglia su Trieste conterà ogni singolo voto, considerando che il 35,11% del capitale del Leone è in mano ai fondi, l'8,57% da fondazioni e trust e il 22,48% dai privati.

Per il futuro, nel parere pubblicato ieri, il cda pur orientato a confermare l'attuale numero di componenti del board (13), apre alla possibilità di aumentarne il numero fino a 15 per tenere conto della necessità di rafforzare la già consolidata presenza in consiglio con ulteriori competenze manageriali e tecniche. Il tema rileva per la diversa distribuzione dei posti di minoranza in cda, soprattutto nel caso in cui dovessero presentarsi più di due liste. Tra le competenze richieste, il board ha individuato oltre a quelle settoriali anche quelle in ambito digitale, nella cybersecurity e nella sostenibilità. Il cda ha inoltre sottolineato la necessità di avviare una riflessione sui criteri che sono a fondamento sostanziale della definizione di indipendenza. Quanto all'ad il board richiede una consolidata competenza professionale nei settori di riferimento di Generali, maturata preferibilmente, come ad, presso gruppi internazionali comparabili.

Nel frattempo, Piazzetta Cuccia rafforza il patto di consultazione che, con l'ingresso di Fin.

Fer (gruppo siderurgico Pittini, con lo 0,41% del capitale), sale al 10,65% del capitale. Altri nomi potrebbero seguire. L'assemblea del patto, riunitasi ieri, ha confermato ieri Angelo Casò alla presidenza incaricandolo di individuare altri componenti. Le richieste non mancherebbero.

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