Scintille tra De Agostini e il gruppo Caltagirone in vista dell'assemblea delle Generali in programma il 29 aprile. Il contro-piano è «irrealizzabile e privo di chiarezza», ha dichiarato in un'intervista a Bloomberg Lorenzo Pellicioli (in foto), Ceo di De Agostini (titolare di un 1,4% della compagnia in fase di dismissione post-assemblea), consigliere del Leone e ricandidato nella lista di maggioranza. «Una vittoria per la lista proposta da Caltagirone sarebbe allarmante» ha aggiunto sottolineando che la «strategia poco chiara che, dati i suoi termini vaghi, rischia di lasciare gli investitori insicuri sul futuro della società». Secondo Pellicioli, il piano di riduzione dei costi di 600 milioni «non è dettagliato nel piano, lasciando noi investitori a chiederci come può essere fatto», mentre le proposte di governance sono «opache» con la duplicazione dei ruoli. «Donnet ha realizzato ogni singolo piano che ha annunciato», ha concluso.
Un portavoce del gruppo Caltagirone ha replicato a milanofinanza.it confermando la validità del piano presentato dalla lista che candida a Ceo Luciano Cirinà, ex numero uno della compagnia in Austria ed Est Europa. Il programma è «realistico ed è basato su un'analisi outside-in». Definito, al contrario, «sconcertante» il piano di De Agostini di vendere la propria partecipazione in Generali in quanto contraddice con i fatti il dichiarato sostegno di Pellicioli al piano di Philippe Donnet.
Intanto, ieri l'Ivass ha comunicato a Generali che, «sulla base delle verifiche condotte, anche nell'ambito della collaborazione tra Autorità, un'attività di concerto» tra i partecipanti al
disciolto patto di consultazione su Generali tra Delfin di Leonardo Del Vecchio (8%), lo stesso Caltagirone (prossimo al 10%) e la Fondazione Crt (all'1,7%). Ieri a Piazza Affari Generali ha ceduto lo 0,44% a 20,21 euro.
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