Generali, troppe strane coincidenze dietro la lista del cda di Mediobanca

L'annuncio di Nagel e la disponibilità a ricandidarsi dichiarata da Sironi e Donnet alimentano il sospetto dell'esistenza di un patto occulto

Generali, troppe strane coincidenze dietro la lista del cda di Mediobanca
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Condividere le critiche per le scelte di un amministratore cui è affidato il destino di una grande compagnia può essere definito «concerto»? Partecipare a un'operazione di consolidamento del controllo di una banca per evitare che finisca nelle mani di chissà chi, operazione perdipiù organizzata dal governo, può definirsi «concerto»? Il fatto di avere interessi industriali comuni, sebbene espressi con modalità e tempi disomogenei, può definirsi «concerto»? Messa così, l'accusa di «concerto» sembra solo il cattivo pensiero di chi non ha altre armi - per difendere le proprie ragioni - che ricorrere agli arzigogoli giuridici di consulenti troppo generosi, sia pure di chiara fama. Eppure è quanto stanno narrando ambienti vicini a Mediobanca a proposito dell'attività finanziaria di Francesco Gaetano Caltagirone e di Delfin intorno a Mps, Generali e Mediobanca stessa. Detto che da Piazzetta Cuccia ci si aspetterebbe ben altro livello di difesa, appare assodato che qualora la Consob accertasse che tra Caltagirone e Delfin c'è altro oltre al vecchio e noto patto di consultazione, bene farebbe a sanzionare una pratica, appunto il «concerto» (ovvero l'accordo occulto tra azionisti), giustamente vietata. Ma poiché fino a oggi i due gruppi si sono mossi in piena luce, dichiarando passo passo le loro volontà e i loro acquisti sul mercato, non si vede come si possa adombrare l'idea del concerto.

Dubbi invece sorgono a proposito di un altro sospetto patto occulto su cui la Consob potrebbe indagare. Sono di pochi giorni fa le dichiarazioni del ceo Alberto Nagel relative alla presentazione da parte di Mediobanca (cui fa capo il 13,1% di Generali) di una propria lista per il rinnovo del cda della compagnia. Nagel ha ribadito le critiche alla nuova disciplina sulla lista del cda che avrebbe impedito al Leone di procedere come nel 2022, e cioè con la presentazione di candidature da parte del board uscente, per poi precisare che Mediobanca avrebbe presentato una sua lista volta ad assicurare sostanziale continuità alla composizione dell'organo di gestione.

Sembra dunque di capire che la lista di Piazzetta Cuccia sarà una sorta di fotocopia del consiglio uscente, a partire dalla ricandidatura dell'amministratore delegato Philippe Donnet e del presidente Andrea Sironi. Si presume inoltre che verrà confermato pure il rappresentante di Mediobanca, verosimilmente il responsabile della Divisione Insurance Clemente Rebecchini, poiché tale figura, come ha precisato lo stesso Nagel, è indispensabile ai fini del consolidamento di Generali nel bilancio di Piazzetta Cuccia.

Già nel 2022, in occasione dell'ultima tornata di rinnovo, il consiglio delle Generali aveva presentato una propria lista di candidati e - vai a sapere perché - Nagel aveva dichiarato che essa avrebbe incluso, come poi avvenuto, un rappresentante di Mediobanca prim'ancora che la lista fosse resa nota. Non a caso vennero sollevati dubbi sull'esistenza di eventuali pattuizioni occulte tra il primo azionista e la compagnia. Anche perché la Consob aveva allora espressamente raccomandato che il dialogo con gli azionisti per la formazione della lista si limitasse ai profili quali-quantitativi e non scendesse per alcun motivo sul piano delle candidature effettive.

Adesso che è entrata in vigore la nuova legislazione sulla lista del consiglio, come è noto finalizzata a impedire il ripetersi di situazioni analoghe, la coincidenza di obiettivi tra il management della compagnia e Mediobanca sembra tuttavia proseguire con un disegno alternativo e, per certi versi, persino più palese. Donnet ha dato ufficialmente disponibilità a considerare una eventuale candidatura al quarto mandato al vertice della compagnia. Ha dato la sua disponibilità anche il presidente Sironi, così come i consiglieri che tre anni fa erano stati indicati nella lista del cda. A fronte di tali indicazioni, Mediobanca che fa? Naturalmente prende buona nota e, c'è da scommettere, includerà quei nominativi nella sua lista, e il gioco è fatto.

Sarebbe bene che la Consob accendesse uno dei suoi celebri fari per vederci chiaro e soprattutto consentire al mercato di essere informato esattamente e chiaramente di quello che succede, non solo davanti ma anche dietro le quinte.

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