Generali vede i 3 miliardi ma pesano le alluvioni

Profitti ancora in crescita e obiettivi confermati. La compagnia accusa la concorrenza del Btp Valore

Generali vede i 3 miliardi ma pesano le alluvioni
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Generali ha chiuso i primi 9 mesi dell'anno con un utile netto normalizzato pari a 2,98 miliardi, in crescita del 29,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. I premi sono in miglioramento del 4,7% a 60,4 miliardi per effetto della crescita nel segmento Danni (+11,4% a 23,4 miliardi di euro), mentre i premi Vita hanno registrato un andamento più flattish (+0,9% a 37 miliardi) anche per effetto della raccolta netta negativa per circa 1,2 miliardi.

Il risultato operativo è aumentato a 5,1 miliardi di euro (+16,7%). Alla performance ha contribuito la diversificazione delle fonti di utile, che comprende il contributo delle acquisizioni. In particolare, il risultato operativo del segmento Danni ha segnato una forte crescita a 2,16 miliardi (+50,3%), compensando il leggero calo del Vita (-1,1% a 2,8 miliardi). A questo proposito il cfo, Cristiano Borean, ha ricordato, come fatto di recente anche dal presidente dell'Abi, Antonio Patuelli, che «nei mesi in cui il governo esce con il Btp Valore o con operazioni simili osserviamo minore raccolta in alcune categorie di clienti, quelli più sensibili». L'incidenza dei tassi sull'asset management che ha determinato un incremento dell'Ebit del 2,8% annuo a 728 milioni. Nel portafoglio partecipazioni il 38% nella russa Ingosstrakh è stato svalutato ancora a 70 milioni.

Generali, infine, ha confermato di essere in linea con gli obiettivi del piano che prevedono un tasso di crescita annuo composto dell'utile per azione compreso tra il 6% e l'8% nel periodo 2021-2024, generando flussi di cassa netti a livello di capogruppo superiori a 8,5 miliardi e dividendi cumulati nel triennio per un ammontare compreso tra 5,2 e 5,6 miliardi nel periodo 2022-2024. Anche se i risultati dei 9 mesi si sono attestati nella parte alta delle attese degli analisti, la trimestrale della compagnia è stata accolta con una certa freddezza a causa del calo del 2% dell'utile netto a 579 milioni e di un risultato operativo in flessione del 5,8% a 1,38 miliardi. Il Solvency ratio, al 224% a fine settembre (221% al 31 dicembre), è inoltre leggermente calato al 222% a ottobre. Su questo hanno inciso anche le catastrofi naturali che nei 9 mesi hanno impattato per 875 milioni (di cui 600 milioni nel terzo trimestre), mentre gli eventi avversi di ottobre impatteranno tra 50 e 100 milioni.

«Siamo già al di là dell'impatto stimato a budget di oltre 100 milioni nei nove mesi e lo saremo ancora di più» a fine anno, ha spiegato Borean. Dichiarazioni che non hanno aiutato il titolo che ieri in Borsa ha perso lo 0,6% scendendo a 19,46 euro.

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