Norbert Roettgen in un futuro non troppo lontano potrebbe sostituire Angela Merkel alla guida della Cdu. Roettgen, oltre a essere presidente della commissione Esteri del Bundestag, è il primo esponente dell'Unione Cristiano Democratica ad aver annunciato ufficialmente la sua candidatura per la presidenza del partito.
Va da sé che le sue parole, in Germania così come oltre confine, hanno iniziato ad assumere una certa importanza. In una delle sue ultime uscite, il falco tedesco ha messo nel mirino l'Italia. Nel corso di un'intervista concessa al quotidiano La Stampa, Roetggen ha puntato il dito contro il nostro Paese, esprimendo più di un dubbio sui prestiti che Roma potrebbe ricevere da Bruxelles.
''A mio avviso – ha spiegato Roettgen - il Recovery Fund deve consistere essenzialmente in sussidi. L'elevato indebitamento dei singoli Stati è proprio il problema, ed è la ragione per cui nella crisi hanno un ridotto margine di azione. È evidente che con ulteriori prestiti l'Italia non ce la farebbe a uscire dal circolo vizioso di debiti sempre crescenti e da un costo del debito sempre più elevato".
"Accolgo con favore - ha proseguito Roettgen - il fatto che alla Commissione europea sia stato chiesto di presentare una proposta. Sono ottimista sul fatto che la proposta sarà appropriata, cioè ambiziosa e solidale. La proposta spagnola mi sembra una buona base di partenza. Ha un volume di 1500 miliardi di euro finanziato con debito perpetuo, che verrebbe distribuito sotto forma di trasferimenti e non di debito tra i Paesi più colpiti. Penso che un tasso di interesse dello 0,5% sia un'offerta orientata al mercato per gli investitori a lungo termine. Il bilancio dell'Ue alla fine dovrebbe farsi carico solo dell'interesse annuale".
Una solidarietà di facciata
Insomma, il possibile successore della cancelliera Merkel non ha dubbi: data la situazione economica in cui si trova l'Italia, meglio concederle sussidi che non prestiti. La solidarietà apparente non deve mancare, sia chiaro. Il messaggio, infatti, è che la Germania vuole aiutare i Paesi membri dell'Ue. Eppure, dietro le righe, Berlino ritiene opportuno non fidarsi di chi ha i conti pubblici troppo sballati.
A sentire il falco tedesco la Germania ''è costretta a indebitarsi pesantemente a causa della crisi'' e ''molte aziende irrimediabilmente falliranno, molte persone stanno perdendo il lavoro e hanno problemi economici''. Ed è per questo che ''la solidarietà con i cittadini al di fuori del Paese'' andrà incontro ''alle critiche dei partiti populisti''. In ogni caso ''un partito come la Cdu deve opporsi e lottare per la solidarietà europea. Lo facciamo perché ci crediamo''.
In merito all'idea di creare una politica fiscale comune valida per tutta l'Ue, Roettgen dimostra di avere le idee chiare: ''La considero ampiamente irrealistica.
Significherebbe che i parlamenti nazionali dovrebbero trasferire la loro legge di bilancio, massima prerogativa del Parlamento, all’Unione Europea, creando di fatto uno Stato europeo. Non abbiamo per questo né i presupposti democratici, né il consenso dei cittadini''.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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