Semaforo verde del Tribunale di Roma alla procedura di concordato preventivo richiesta dalla Silvano Toti Holding (Sth), storico gruppo romano di costruzioni che fa capo ai fratelli Claudio e Pierluigi Toti (in foto). I magistrati hanno indicato la «preferibilità e convenienza» della soluzione concordataria rispetto all'alternativa della liquidazione giudiziale in quanto - anche sulla scorta del contenuto delle relazioni del collegio sindacale redatte in relazione ai bilanci 2018-2022, delle relazioni della società di revisione contabile in riferimento ai bilanci dal 2019 al 2021 - è stata esclusa la ricorrenza di situazioni tali da permettere l'esercizio di azioni di responsabilità sociale. L'ammissione alla procedura di concordato preventivo permetterà alla holding dei Toti di continuare a operare a patto di portare avanti le azioni necessarie per ripagare gradualmente i creditori.
Il piano di risanamento predisposto dal gruppo capitolino poggia su una serie di azioni che la cassaforte della famiglia Toti si è impegnata a portare avanti, a partire da un'importante operazione di ricapitalizzazione. I soci andranno a immettere nuove risorse per circa 3,35 milioni di euro, di cui 350mila euro da versare a 30 giorni dall'omologa del concordato allo scopo di dare supporto alla continuità aziendale nel periodo successivo all'orizzonte del piano; i restanti 3 milioni, invece, entro fine 2028 da portare avanti nel caso di mancato incasso dei crediti verso la partecipata Sviluppo Centro Ostiense Srl con relativa dichiarazione di impegno sottoscritta da Pierluigi Toti. Il piano prevede anche la cessione di alcuni immobili, in particolare un complesso immobiliare di via Catania 9, a Roma, e di alcune partecipazioni (Visconti Cesi, Sviluppo Edilizio 2006 e Immobiliare Domizia).
Sth, che con cadenza mensile dovrà fornire aggiornamenti sulla situazione economico-patrimoniale e finanziaria, da ormai dieci anni si trova in una situazione finanziaria complessa tra controversie legali e la mancata realizzazione di importanti progetti immobiliari, a partire da quello dell'area degli ex Mercati Generali di Ostiense che più di vent'anni fa l'allora sindaco Walter Veltroni aveva prospettato la nascita della Città dei Giovani"; a fine 2024 il testimone per lo sviluppo dell'area è passato a Nextalia che ha rilevato i crediti bancari nei confronti di Sth, garantiti da un'ipoteca di primo grado su immobili romani, tra cui spicca il Palazzo Scanderbeg, e il pegno sulla totalità delle quote di Sviluppo Centro Ostiense, concessionaria dell'area.
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