«Auspico che le discussioni tra Air France e Alitalia proseguano per ottenere i migliori risultati per le due compagnie». Il presidente francese, François Hollande, ieri nella conferenza stampa successiva al vertice con il premier Enrico Letta ha spiazzato la comunità finanziaria internazionale. Secondo il numero uno dell'Eliseo la partita tra i due vettori potrebbe non essere conclusa, precisando comunque di «non essere il presidente di Air France e che non tocca a me parlarne». Insomma, per Roissy il futuro nella compagnia con base a Fiumicino potrebbe essere diverso dalla diluizione al 6-7% prefigurata dalla mancata adesione all'aumento da capitale da 300 milioni per il quale avrebbe dovuto versare 75 milioni.
E che la storia possa percorrere strade impreviste in qualche modo l'ha confermato pure l'ad di Poste, Massimo Sarmi. «Abbiamo sentito il presidente e dg di Air France-Klm, Alexandre de Juniac, che ci ha confermato che il gruppo era un azionista interessato alla collaborazione commerciale e che in una fase successiva tornerà a valutare» il dossier, ha dichiarato. La battuta di arresto della compagnia francese, ha aggiunto, è arrivata «nel momento in cui Air France-Klm sta rivedendo i propri asset. Mi è sembrata una decisione frutto di una contingenza momentanea». Frasi emblematiche pronunciate non solo a margine del medesimo vertice cui partecipavano l'azionista principale di Sarmi e Hollande, ma soprattutto nello stesso giorno nel quale l'assemblea straordinaria di Poste Italiane ha modificato lo statuto della compagnia inserendovi anche i servizi di trasporto aereo. Proprio a Poste, infatti, competerebbe il ruolo di «traghettatore» verso una nuova Alitalia.
I prossimi giorni potrebbero essere determinanti per comprendere le future evoluzioni. Finora, infatti, il no di Air France-Klm al nuovo piano firmato dall'ad Gabriele Del Torchio e al conseguente aumento era stato motivato con il riferimento ad alcune «carenze». In primo luogo, secondo Roissy, non era stato fatto abbastanza dal punto di vista finanziario (cioè non era stato chiesto ai creditori una sorta di haircut). In secondo luogo, non sarebbe stato ripensato profondamente il lungo raggio. Cioè, a fronte delle indiscrezioni circa tagli di circa 2.000 dipendenti e delle rotte di corto-medio raggio, Del Torchio & C. avrebbero potuto fare di più anche sull'internazionale che non sempre ha ottenuto performance brillanti. In pratica, misure draconiane.
Forti dell'accordo strategico con Alitalia valido fino al 2017, Air France-Klm gode anche di un diritto di veto su eventuali nuove partnership per il vettore italiano. L'ultima speranza si chiama Etihad: vantaggio competitivo l'essere extraeuropeo, circostanza che impedisce di assumere la maggioranza assoluta. Circostanza negativa è il potenziale conflitto di interesse con Air France su alcune tratte asiatiche.
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