Italo entra nell'orbita della Mediterranean Shipping Company (Msc), la holding miliardaria della famiglia Aponte che, negli ultimi tre anni, è stata protagonista di una impressionante crescita che l'ha incoronata tra i leader della logistica e dello shipping. Dal 2020 al 2022, in soli tre esercizi, i ricavi sono passati da 29 a 86,4 miliardi. Anche per questo, il nuovo azionista di maggioranza di Italo sarà un porto sicuro per il futuro industriale della compagnia ferroviaria, nata nel 2012, e rilanciata nel 2015 dall'amministratore delegato Flavio Cattaneo fautore, insieme a Gianni Punzo, della crescita del gruppo.
Prima alternativa alle Fs nell'alta velocità, e segno concreto della liberalizzazione del settore ferroviario, Italo negli ultimi dieci anni ha trasportato più di 100 milioni di viaggiatori su una rete che oggi conta 53 stazioni di 48 città, 116 collegamenti al giorno ed una squadra di oltre 1.400 dipendenti per una flotta di 51 treni. Con un 2022 chiuso in utile per 118 milioni, Italo passerà di mano per poco più di 4 miliardi. A vendere è il fondo «amico» Gip, con cui Msc fa già affari nella gestione dei porti: gli americani hanno venduto a Gianluigi Aponte circa il 51% della loro quota (72,6%) per una cifra che valorizza la società 4,1 miliardi, incluso il debito di circa 900 milioni. Nel 2018 il gruppo era stato valutato circa 2 miliardi.
La compagine azionaria principale resta ricca: Msc avrà circa il 51%, Gip resterà nel capitale con il 35% e Allianz avrà l'11,5%. Dopo una trattativa di oltre un anno, la Mediterranean Shipping Company prosegue così il cammino di crescita nella logistica integrata dimostrando nei numeri di non sbagliare un colpo. Complice l'eccezionale sviluppo seguito alla pandemia, Msc ha saputo cavalcare il boom del trasporto container quando i noli sono saliti a livelli record e i prezzi degli asset aumentati. I trasporti hanno vissuto una stagione post pandemica senza precedenti e chi era ben posizionato, come Msc, ha macinato ricavi. Gianluigi Aponte, fondatore del gruppo, l'uomo più ricco della Svizzera e uno dei più ricchi del mondo ha portato la sua creatura a chiudere il 2022 con ricavi oltre 86 miliardi, un ebitda oltre il 50%, profitti netti per 36 miliardi, cassa per 63 miliardi e debiti per 26 miliardi. Nel 2020 i ricavi erano 29 miliardi e l'ebitda circa il 25%. In un solo anno, dal 2020 al 2021 il super salto dei ricavi: da 29 a 61 miliardi.
Oggi Italo entra quindi nell'orbita di un colosso che al di là dei numeri finanziari conta 760 navi cargo, muove 4.900 vagoni, 70 terminal per oltre 520 porti di riferimento.Tra Msc e Gip è previsto un patto parasociale sulla governance. Ma per ora il vertice operativo rimarrà al suo posto per assicurare continuità operativa: Luca Cordero di Montezemolo, presidente, Gianbattista La Rocca, amministratore delegato. «Con questo accordo nasce il primo gruppo intermodale in Europa» ha commentato Montezemolo. L'accordo «dimostra il nostro impegno di lunga data per l'Italia e il sostegno al trasporto ferroviario passeggeri ad alta velocità nel Paese. Crediamo fortemente nel potenziale di Italo per rafforzare ulteriormente la connettività ferroviaria in tutta Italia, ma anche nel mercato turistico nazionale», ha spiegato il presidente di Msc, Diego Aponte (figlio di Gianluigi). «L'intesa - continua - riflette anche l'obiettivo del nostro gruppo di sviluppare ulteriormente modalità di trasporto sostenibili, sia per i passeggeri che per le merci».
L'obiettivo di Aponte è quello di costruire un operatore integrato nell'area del Mediterraneo dove ha rilevato le attività portuali e di logistica del gruppo Bolloré in Africa. Dopo aver tentato di acquisire anche la maggioranza di Ita, Msc ha chiuso alcuni deal nel cargo (AlisCargo) e ora potrà sviluppare le sinergie con Msc Crociere, uno dei tre grandi leader nel mercato delle crociere.
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