Era arrivato nel 2019 con grandi aspettative da parte dell'azienda. Maximo Ibarra, già ad di Wind, doveva essere il manager che avrebbe permesso a Sky Italia di lanciare la sua offerta sulla telefonia fissa a banda ultralarga, veicolata grazie ai contenuti della pay tv, che ora fa parte del gigante statunitense Comcast.
Ieri, dopo solo 18 mesi al comando, Ibarra ha dato le dimissioni indicando che a luglio raggiungerà il gruppo Engineering di cui diventerà non solo ad ma anche azionista. Secondo indiscrezioni il top manager sarebbe stato selezionato dai fondi azionisti a inizio gennaio ma ha atteso per chiudere la partita dei diritti del calcio, passati a Dazn, e per riorganizzare l'azienda. Sky infatti prevede uscite volontarie per un quarto dell'organico. Anche perché senza più il monopolio sulla serie A, per la pay tv sarà probabilmente sempre più difficile vendere la propria offerta. Insomma Sky Italia rischia di perdere abbonati alla pay tv, visto che da sempre aveva fatto del calcio uno dei suoi principali punti di forza.
Ibarra resterà in azienda fino a fine luglio e dunque Comcast, che ha comperato Sky nel 2018 dal magnate australiano Rupert Murdoch, avrà modo di trovare un sostituto che dovrà misurarsi in una impresa certamente non facile. Ieri comunque Stephen van Rooyen, vice presidente del gruppo Comcast e responsabile per l'Europa ha preso mail e tastiera e ha scritto ai dipendenti. E dopo averli informati delle dimissioni dell'ad, ringraziandolo «per il prezioso lavoro svolto», van Rooyen ha comunicato che fino all'individuazione di un nuovo amministratore delegato, la cui ricerca è già avviata, guiderà il lavoro del leadership team con il supporto di Karl Holmes, direttore operativo europeo. Il manager ha anche specificato che nell'ultimo anno non aveva potuto passare del tempo in Italia a causa del Covid ma che adesso non vede «l'ora di esserci più spesso per aiutare la squadra, insieme a Karl, in questa fase di transizione».
Ibarra aveva comunque tutte le carte in regola per riuscire nell'impresa di lanciare il servizio Sky per la fibra. Il manager, classe 1968, aveva infatti iniziato la sua carriera in Telecom Italia per poi passare a Omnitel e diventando in seguito ad di Wind e poi di Kpn in Olanda. Tante esperienze però non sono bastate dato che il mercato italiano delle tlc è molto competitivo.
Ora in Engineering, insieme ai fondi Bain capital e Nb Renaissance Partners, ha importanti progetti per il rilancio del gruppo, facendo diventare la società un partner importante per aiutare le aziende italiane nella migrazione verso il digitale.
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