Ifis vuole Illimity, sul piatto 298 milioni

Lanciata Opas amichevole con nuove azioni e 1,41 euro cash. Rally del titolo in Borsa

Ifis vuole Illimity, sul piatto 298 milioni
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Tutto apparecchiato per un nuovo round del risiko bancario. Banca Ifis vuole il 100% di Illimity Bank e valuta la banca di Corrado Passera quasi 300 milioni di euro. Un'operazione che ha quasi le sembianze di un sostegno considerata la parabola discendente di Illimity che alla quotazione nel 2019 valeva esattamente il doppio (600 milioni) e nei primi anni si era spinta anche oltre il miliardo di valore di mercato. Negli ultimi dodici mesi la creatura dell'ex ad di Intesa ha ceduto il passo (-33% in Borsa rispetto a un settore bancario in grande spolvero) complice la debolezza del business dei crediti deteriorati e soprattutto l'ispezione di Bankitalia della scorsa estate, da cui sono emerse alcune criticità.

L'offerta pubblica di acquisto e scambio (Opas) promossa da Banca Ifis è a premio del 5,8% ed è finalizzata al delisting da Piazza Affari. L'intento è fondere le due realtà creando il maggiore operatore italiano specializzato nel credito alle Pmi. L'offerta prevede una componente cash di 1,414 euro e 0,1 azioni di nuova emissione per ogni azione Illimity, per un totale di 3,55 euro per azione, pari a una valutazione complessiva di 298,5 milioni.

Rispetto al valore di chiusura del 7 gennaio, l'offerta risulta a premio del 5,8%. L'operazione, imbastita nell'arco dell'ultimo mese, ha visto Banca Ifis avvalersi della consulenza di Claudio Costamagna attraverso la sua CC & Soci, e di Equita (con il prima linea il suo deputy-head Investment Banking, Simone Riviera) che hanno agito da advisor finanziari.

Non si è fatta attendere la reazione di Piazza Affari con Illimity schizzata in avanti del 10,6% e Ifis del 2,4%. Non è da escludere una limatura al rialzo del prezzo in quanto l'operazione pur essendo amichevole non è concordata. Tra gli azionisti forti di Illimity spiccano Banca Sella con il 10% circa, Andrea Pignataro che detiene il 9,4% attraverso il family office elvetico FermION, la famiglia Rovati al 7,4% e lo stesso Passera con il 4 percento.

Il ceo di Ifis, Frederik Geertman, ha rimarcato che il prezzo offerto è «fair» (giusto) in quanto «riflette il valore della società e tiene conto delle sinergie», che sono stimate pari a 75 milioni, di cui 50 milioni di costo (circa il 25% della base costi di Illimity) e 25 milioni a livello di ricavi. «L'obiettivo è creare un player industriale europeo capace di affrontare con solidità e lungimiranza le sfide che il mercato bancario ci richiede, soddisfacendo le aspettative di tutti gli azionisti che decideranno di partecipare al progetto», ha spiegato il presidente di Banca Ifis, Ernesto Fürstenberg Fassio (nella foto).

L'unione delle due realtà è valutata dagli analisti come «interessante da un punto di vista industriale, consolida la presenza in settori chiave per Ifis come quello degli Npl e crea un'entità con asset per 21 miliardi», spiegano gli esperti di Intermonte. La patrimonializzazione di Banca Ifis è attesa rimanere solida, con un coefficiente Cet1 superiore al 14%.

Gli analisti di Banca Akros stimano un orizzonte di circa tre anni per pervenire a una piena integrazione e una creazione di valore di circa 135 milioni per gli azionisti di Banca Ifis. L'Opas dovrebbe partire, una volta arrivate le autorizzazioni necessarie (tra cui quella di Banca d'Italia, del golden power e della Consob), tra giugno e luglio.

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