Il 2019 è stato l’anno degli investimenti finanziari?

Si suole dire che i conti si fanno sempre alla fine. E ormai che il 2020 è alle porte, possiamo iniziare a tirare le somme e capire come è stato l’anno appena passato per quanto riguarda il mondo degli investimenti finanziari e dei mercati internazionali.

Se prendiamo come esempio i due più grandi indici di mercato, ovvero lo S&P 500 e il Dow Jones, la performance cumulativa negli ultimi 10 anni (da gennaio 2010 a gennaio 2020) è stata davvero incredibile. Il rendimento totale nominale è stato pari a 193,301% (S&P 500) e a 176,851% (Dow Jones), tralasciando la possibilità di poter reinvestire i dividendi degli stessi, azione che aumenterebbe ancora di più le performance già ottenuti. Il rendimento reale (ovvero aggiustato per l’inflazione annuale) ha registrato un 147,159% (S&P 500) e 133,297% (Dow Jones). Con quasi un 9% di rendimento reale annuale lordo per entrambi i due maggiori listini azionari al mondo non possiamo di certo dire che l’ultima decade sia stata caratterizzata da mercati ribassisti (bear market). E quindi possiamo affermare senza alcun dubbio che il 2019 è stato un buon anno per il mondo della finanza, in particolar modo per gli investimenti azionari. Il 2019 ha contribuito a registrare dei rendimenti record, nonostante la delicata situazione macroeconomica, contraddistinta da molteplici variabili instabili (politiche, sociali ed economiche) che non hanno di certo aiutato a ridurre la volatilità dei listini azionari. Lo S&P 500 e il Dow Jones hanno ottenuto da gennaio 2019 a dicembre 2019 un rendimento annualizzato reale pari a 21,189% e 15,514%, rispettivamente. Lo scenario che emerge da questo incredibile anno, in termini di rendimenti finanziari, sottolinea l’importanza di rimanere investiti nei mercati, con l’obiettivo finale di far crescere, e al contempo proteggere, il capitale investito nel lungo termine, specie se di parla di orizzonti temporali di oltre 10 anni.

Anche Moneyfarm, società italiana di gestione del risparmio 100% online, ha fatto un’analisi dettagliata del 2019 pubblicando i report dell’ultimo trimestre delle strategie seguite dai suoi portafogli. Tutte e tre linee di investimento di Moneyfarm (obbligazionaria, bilanciata e bilanciata aggressiva) hanno registrato performance molto positive. Il portafoglio della linea obbligazionaria (P3-C1) ha ottenuto un rendimento da inizio anno (2019) dell'11,1%, con una volatilità annua del 4,18% e una Sharpe ratio pari a 2,65. Per i non addetti ai lavori, la volatilità è una misura della correlazione tra la variazione del rendimento di un titolo rispetto al mercato di riferimento. Invece, la Sharpe ratio è il rapporto tra il rendimento di uno strumento finanziario (il portafoglio Moneyfarm in questo caso), al netto del cosiddetto “Risk free” (rendimento di un asset privo di rischio), e la volatilità. Si tratta di una misura di rendimento aggiustato per il rischio: più alto è, migliore è il valore dei ritorni relativamente al rischio. Il portafoglio bilanciato (P5-C1) ha registrato un formidabile rendimento da inizio anno (2019) pari a 17,7%, con una volatilità annua del 7,08% e una Sharpe ratio pari a 2,51. Mentre, il portafoglio bilanciato aggressivo (P7-C1), lanciato il 16 maggio 2019, ha ottenuto un rendimento del 9,2% dal suo inizio, con una volatilità annua del 9,37% e una Sharpe ratio pari a 0,98. La differenza di questi tre diversi portafogli proposti da Moneyfarm ai propri clienti si trova nella composizione (asset allocation) delle classi di attivo dei fondi ETF che li compongono. Il commento dei gestori di portafoglio di Moneyfarm sottolinea come la percezione sul contesto macroeconomico globale sia girata in positivo dopo un anno di continuo deterioramento.

Nel corso del 2019 l’economia sembra essersi stabilizzata su livelli di crescita bassi ma comunque positivi. Molte delle aspettative degli operatori sembrano, secondo l’azienda milanese, continuare a reggersi sull’assunzione che la politica monetaria resterà accomodante e questo invita a qualche cautela. Anche sulle tensioni commerciali si sono registrate alcuni segnali di distensione. Dopo un forte rally nel corso del primo semestre, la componente obbligazionaria ha sofferto il rinnovato appetito per il rischio degli investitori, che hanno preferito spostarsi su asset class azionarie o obbligazioni societarie ad alto rischio. I titoli di stato dell’Eurozona hanno quindi appesantito le performance dei portafogli di Moneyfarm, con l’unica eccezione della componente indicizzata all’inflazione che, forte di valutazioni di partenza molto convenienti, ha generato un rendimento positivo nel corso del semestre. Le previsioni degli analisti della Sgr milanese vedono i prossimi dieci anni come una decade piena di opportunità, ma anche di sfide. Moneyfarm conferma la propria convinzione di restare sui mercati globali, anche se la complessità del mondo moderno richiede un’attenzione sempre maggiore.

La cautela è dunque d’obbligo, così come la ricalibrazione delle aspettative dopo un anno straordinario, ma Moneyfarm crede che guardare al futuro con fiducia sia l’atteggiamento giusto con cui iniziare questi anni Venti.

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