Istat, il tasso di disoccupazione sale al 9,9%

Tra luglio e settembre persi 60 mila occupati. A settembre disoccupazione in aumento del +0,3%

Istat, il tasso di disoccupazione sale al 9,9%

Il quadro fotografato dall'Istat non è per niente incoraggiante per il mercato del lavoro. L'Istituto nazionale di statistica ha stimato per lo scorso settembre una crescita per quello che riguarda il tasso di disoccupazione, ovvero di quelle persone sul totale della popolazione attiva che cercano un lavoro ma non riescono a trovarlo.

Il dato sale adesso al 9,9%, facendo segnare un aumento del + 0,3% rispetto al mese precedente.

La crescita della disoccupazione è generale, e riguarda sia entrambi le componenti di genere sia tutte le classi di età, ad eccezione della fascia compresa tra i 25 e i 34 anni. La disoccupazione giovanile (dai 15 ai 24 anni) sale invece di 1,1 punti percentuali rispetto ad agosto, e si porta al 28,7%.

Calano gli inattivi ma scendono anche gli occupati

Cala, invece, la stima delle persone inattive tra i 15 e i 64 anni, con un -0,6%, pari a – 77 mila unità; il tasso di inattività, cioè di chi non ha un impiego e non lo cerca, scende così al 34,3%, perdendo lo -0,2%. Questo calo può spiegarsi con il fatto che più persone che prima non erano alla ricerca di un'occupazione, adesso si sono date da fare.

Allo stesso tempo scende del -0,1% il calo degli occupati, quantificabili in – 32 mila unità rispetto ad agosto. Interessante notare come aumentino gli occupati a termine (+ 30 mila) e calino sia i dipendenti stabili (-18 mila) sia gli autonomi (-44 mila). In ogni caso, il tasso di occupazione resta stabile al 59,1%.

Dopo la crescita dell’occupazione registrata nel primo semestre dell'anno e il picco raggiunto a giugno – si legge nel rapporto dell’Istat - a partire da luglio i livelli occupazionali risultano in lieve ma costante calo, con la perdita di 60 mila occupati tra luglio e settembre.

Nell'ultimo mese si stima un calo occupazionale rispetto ad agosto, sintesi dell'aumento dei lavoratori a termine e di una flessione di permanenti e più marcatamente degli indipendenti, contestualmente ad una crescita della disoccupazione e una diminuzione dell'inattività. Nel confronto trimestrale, l'occupazione risulta stabile mentre nell'anno permane la crescita".

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