Lavoro, nell'ultimo anno creati 500mila nuovi posti

Record storico di occupati. Ma il calo degli inattivi incide anche sui livelli della disoccupazione (7,4%)

Lavoro, nell'ultimo anno creati 500mila nuovi posti
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I dati sull'occupazione diffusi ieri dall'Istat confermano il trend positivo per il mercato del lavoro in Italia. Una tendenza che a fine settembre ha portato 42mila occupati in più, che sfondano quota mezzo milione (512mila in più) nell'arco dei 12 mesi: in pratica è il periodo trascorso dalle ultime elezioni politiche vinte dal centro destra.

Nella media dei primi nove mesi di quest'anno gli occupati sono cresciuti di 437mila unità e le persone in cerca di occupazione si sono ridotte di 118mila unità, con un tasso di disoccupazione medio al 7,6%, sei decimi di punto in meno rispetto al 2022. Tuttavia, a livello puntuale e congiunturale, il tasso delle persone in cerca di lavoro sale al 7,4% dal 7,3% di agosto. Ma ciò non cancella la sostanza di questi numeri, e cioè che sempre più persone si mettono alla ricerca di un posto, anche tra gli inattivi che vi avevano rinunciato. Ecco perché i dati Istat mostrano una piccola crescita sia del tasso di occupazione, che raggiunge il 61,7% (comunque un nuovo massimo storico), sia della disoccupazione, che però riflette non la contrazione della domanda, bensì il calo dell'inattività. Come sottolinea l'ufficio studi di Confcommercio, «una quota di inattivi o scoraggiati rientra nel mercato del lavoro attraverso azioni di ricerca di impiego». La disoccupazione resta comunque, ancora una volta, superiore alla media dell'eurozona che Eurostat indica, nello stesso mese, al 6,5%.

Tra i grandi paesi europei solo la Spagna fa peggio. Il divario è più ampio tra le donne, con il tasso di disoccupazione femminile che in Italia sale all'8,3% a settembre, a fronte di una media dell'eurozona stabile al 6,8%. E la distanza è ancora più lunga per i ragazzi tra i 15 e i 24 anni: la disoccupazione giovanile italiana è al 21,9%, quella media dell'eurozona al 14%. Ma queste sono debolezze antiche che a fatica si cerca di invertire con l'attuale fase positiva.

Ciò non toglie che il cosiddetto mismatching (mancata corrispondenza tra domanda e offerta) resta una caratteristica, di questo periodo storico: nonostante i tanti ragazzi senza lavoro, le imprese continuano a lamentare di non trovare le figure professionali di cui hanno bisogno. E un'analisi del Censis per Confcooperative stima il costo dei posti vacanti in 28 miliardi, più dell'intera manovra di bilancio per il 2024 e pari all'1,5% del Pil. Un cifra stimata in crescita.

«Il lavoro continua a esserci, ma anche i lavoratori continuano a mancare e ciò non consente alle imprese di spingere sull'acceleratore così come potrebbero», ha detto il presidente di Confcooperative, Maurizio Gardini, presentando lo studio «Lavoro, il mercato contorto». I lavoratori irreperibili sono 316 mila e le difficoltà di assunzione sono collegate all'invecchiamento della popolazione, alla distribuzione geografica dei posti disponibili e ai cambiamenti nelle aspettative che riguardano il lavoro.

Del resto quattro occupati su 10, in Italia, hanno ormai 50 anni o più e, nell'arco di dieci anni, i lavoratori in questa fascia di età sono aumentati di quasi 3 milioni. Nello stesso periodo gli occupati al di sotto dei 35 anni si sono ridotti di 361 mila unità.

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