L'avvoltoio Ryanair pronto a piombare su Alitalia

Il ceo O'Leary: "Pronti a sostituirci alla compagnia di bandiera se dovesse tagliare rotte interne"

L'avvoltoio Ryanair pronto a piombare su Alitalia

Alitalia naviga in cattive acque? Meglio per la concorrenza, pronta a piombare come un avvoltoio sul cadavere dell'ex compagnia di bandiera. Lo dice chiaramente Michael O'Leary, ceo di Ryanair, che sta già pensando a come approfittare della crisi dell'azienda.

"Se Alitalia taglierà i voli domestici, noi li implementeremo", ammette candidamente al Corriere della Sera O'Leary, che conta proprio sulle difficoltà della compagnia italiana per rimpinguare il portafogli: "Per ora siamo presenti su 22 aeroporti italiani e trasportiamo 24 milioni di passeggeri, ma tra il 2014 e il 2018 avremo 175 nuovi Boeing e prevediamo una crescita di 110 milioni di passeggeri nel mondo. Mi aspetto che almeno il 30% di questa crescita venga dall’Italia".

L'ad della compagnia low cost è così sicuro delle sue risorse che si concede anche il lusso di suggerire ad Alitalia il da farsi: "Dev’essere privatizzata", dice, "Continuare a volare su rotte dove vende il 30% dei posti con tariffe costosissime, non ha senso. Pensano che 99 euro sia una tariffa low cost, 19 euro lo è". E a chi gli fa notare che anche Ryanair non è così ben messa, tra crisi economica in generale e passeggeri sempre più esigenti, O'Leary replica che le azioni della compagnia sono in rialzo e che cambierà anche la policy a bordo. "Smetteremo di litigare con la gente per i bagagli", sentenzia, "Cercheremo di essere meno rigidi consentendo ad esempio alle signore di portare le loro borse senza doverle infilare nel bagaglio a mano".

E la questione tasse pagate in Irlanda

e non nei Paesi di provenienza dei dipendenti? "L'Irlanda e la legge europea dicono che dobbiamo pagare le tasse qui e noi così facciamo. Quel che è certo è che noi non pagheremo le tasse due volte", taglia corto O'Leary

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