Le classifiche di competitività economica tra le nazioni, con diffusione mondiale, redatte dalle organizzazioni internazionali e di enti privati, quando si tratta di parlare dell'Italia barano. Per un paradosso il nostro Paese, negli ultimi dieci anni e più, in quasi tutti i rapporti più accreditati, finisce quasi sempre agli ultimi posti tra quelli ad economia avanzata e spesso dietro ad aree in via di sviluppo. E questo nonostante l'Italia sia il primo Paese dell'Unione Europea per numero di piccole e medie imprese, il doppio di Francia e Germania e quasi il doppio della somma di Spagna e Regno Unito insieme.
La denuncia emerge da un rapporto di The European House - Ambrosetti presentato dall'ad, Valerio De Molli, in occasione dell'inaugurazione del nuovo spazio CarNext, a Milano, in un incontro coordinato da Ferruccio De Bortoli con la partecipazione di Carlo Cottarelli e Alberto Viano, ad di LeasePlan, padrona di casa, pronta ad investire in Italia oltre 10 milioni. «Le cose sono due spiega De Molli - o qualcuno ci odia atavicamente, oppure la verità è che ci temono a tal punto che per batterci non possono che diffamarci. È incredibile che il nostro Paese finisca nelle classifiche dietro realtà sottosviluppate, dove mancano acqua e luce. Insieme ai nostri maggiori clienti abbiamo sentito la necessità di costruire un nuovo indice, il Global Attractiveness Index, oggi riconosciuto a livello mondiale. Rientriamo a titolo pieno nella Top 5 mondiale dei Paesi con surplus manifatturiero superiore a 100 miliardi di dollari e siamo la seconda nazione in Ue e la quarta al mondo in termini di valore aggiunto, sempre nel manifatturiero. Secondo poi l'accreditato Trade Performance Index, per 8 settori su 14 in termini di competitività, l'Italia si posiziona al primo posto nell'abbigliamento e calzaturiero, al secondo nei trasporti, elettronica, metalmeccanica e innovazione tecnologica, al terzo nella manifattura di base. E siamo primi al mondo negli indici export».
Non solo. Siamo il primo Paese al mondo per il livello di salute della popolazione, i primi al mondo per numero di pubblicazioni scientifiche e vantiamo il maggior valore aggiunto agroalimentare, con oltre 58 miliardi, tre volte l'automotive di Francia e Spagna assieme e più del doppio della somma dell'aerospazio di Francia, Germania e Regno Unito. Siamo anche primi nella capacità di risparmio delle famiglie, con il 6,6% del reddito, rispetto alla media del 6% dell'Europa e del 5% degli Usa, ed eccelliamo anche nel rapporto deficit-Pil (media 2011-2017) con -2,8 contro il -4,0% di Francia, -5,1 dell'Inghilterra e del -6,6% della Spagna.
Non mancano, infine, aree di prima grandezza europea: in Lombardia arriva il 60% degli investimenti esteri. Quanto a Milano, genera il 10% del Pil nazionale, ospita il 32% delle multinazionali «made in Italy» e conta oltre 1.500 start up innovative.
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