In quest'epoca che invita a tenere in maggiore considerazione i pensieri circa i temi più seri che riguardano le nostre vite, mi ha colpito il richiamo fatto dall'economista e politico Francesco Forte all'immagine del gabbiano. In un ultimo breve scritto, quasi un testamento umano, prima della sua recente scomparsa. In quelle poche frasi costruite con linguaggio poetico, Forte si identifica proprio con il gabbiano e il suo volteggiare fra cielo e mare.
Quel gabbiano già presente nella sua autobiografia. Un prendere il volo non per allontanarsi dalla realtà bensì, ricercare una distanza virtuosa, per vederla e interpretarla meglio. Una fotografia di libertà. Espressione di un fertile pensiero liberale.
Per ragioni professionali, molti anni fa, ho avuto modo di conoscere Forte apprezzandone competenza e modestia quale punto di ricchezza per allacciare una relazione autentica con l'altro. Mi dispiace non averlo frequentato di più alla luce della profondità umana che emerge, con delicatezza e mistero verso il dono della vita, nel suo ultimo breve scritto. Nel 2015, per i tipi di Rubbettino, Francesco Forte, fu trai i curatori di un libro prezioso che conviene riprendere: Il dizionario del liberalismo italiano. Vi si rintracciano pagine di storia e di personalità anche sorprendenti. Per non pochi probabilmente sconosciute e ciò lo si deve, in larghissima misura, alla presenza e divulgazione assai ingombrante di ideologie dal sapore totalitario ostili alla cultura liberale, al pensiero del gabbiano. Che, a differenza del pensiero liberale, storicamente si alimentano di certezze incrollabili con le conseguenze tragiche che sappiamo. Il liberalismo, proprio perché scommette sulla libertà della persona, si tiene distante da visioni assolute. Si interroga sempre.
Predilige il ragionamento continuo per giungere a proposte realistiche che tengano conto dello stato delle cose. Economicamente e umanamente profittevoli. Un pensiero che vola alto come il gabbiano. Per essere terra terra.
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