Il "londinese" Pignataro ora vale oltre 25 miliardi

Bloomberg fa i conti in casa Ion. Debiti per 15 miliardi

Il "londinese" Pignataro ora vale oltre 25 miliardi
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Più di trenta acquisizioni in due decenni, senza mai vendere nulla. Adesso è il secondo uomo più ricco d'Italia con un patrimonio stimato oltre 25 miliardi di euro (27 miliardi di dollari) secondo l'ultima classifica stilata da Forbes, dietro solo a Mr Nutella, Giovanni Ferrero. Senza dubbio Andrea Pignataro (in foto) - fresco del colpo da 1,35 miliardi con cui ha rilevato Prelios - è il volto nuovo del gotha della finanza italiana. La sua ascesa è avvenuta silenziosamente, con profilo basso, ma chi lo conosce assicura che ha sempre avuto le idee ben chiare. Classe 1970, bolognese, dopo aver conseguito la laurea in Economia nel capoluogo emiliano, Pignataro si trasferisce a Londra e lavora come trader per la banca d'affari Salomon Brothers. Dopo aver conseguito un dottorato in matematica presso l'Imperial College londinese, arriva la svolta con la cistituzione di Ion, una join venture tra Salomon e la società di software di Pisa List Holdings, primo passo verso la costituzione di Ion Group.

La conglomerata britannica - il cui nome deriva dal suffisso delle parole imagination, innovation, creation che ispirano l'azione di Pignataro - negli anni ha finalizzato oltre 30 acquisizioni di aziende di software, dati, analisi e partecipazioni in banche. La visione di Pignataro di unire diversi aspetti dei servizi finanziari e di sfruttare i dati ha trovato diversi sostenitori, a partire dalla svizzera Ubs che è diventata la sua banca d'investimento di riferimento.

Non è invece riuscito il colpo oltreoceano. Stando a quanto rilevato dall'agenzia Bloomberg, nel 2019 l'imprenditore bolognese provò, invano, l'assalto al Nasdaq cercando una combinazione che avrebbe portato Ion a diventare il maggiore azionista del prestigioso exchange. Negli ultimi anni le attenzioni di Pignataro si sono focalizzate molto sulla sua terra natia, con la doppia acquisizione di Cedacri e Cerved nel 2021. Lo scorso anno l'operato di Cedacri, fornitore di software per il settore bancario, è finito nel mirino del governo Meloni e il cosiddetto comitato golden power ha ripreso l'azienda in quanto aveva aumentato rapidamente il debito con lo scopo di distribuire grandi dividendi ai suoi azionisti.

Pignataro, che detiene anche quote di Illimity, Banca Mps e Cassa di Risparmio di Volterra, il mese scorso ha dato fiato alla sua «campagna acquisti» in Italia mettendo le mani su Prelios, società che gestisce oltre 40 miliardi di euro di asset, tra cui crediti in sofferenza. Anche qui il governo italiano ha voluto vederci chiaro prima di approvare l'operazione, valutando la potenziale concentrazione di dati sensibili nelle mani di un gruppo che presenta, tra l'altro, un indebitamento superiore a 15 miliardi di dollari. Il via libera del governo, a detta di Bloomberg, è arrivato dopo mesi di negoziati e con l'imposizione di alcune condizioni a Ion.

Insieme alle acquisizioni a suon di

miliardi, a far notizia sono state anche le grosse difficoltà riscontrate a inizio 2023, quando un attacco informatico all'attività di trading di derivati di Ion colpì decine di suoi clienti negli Stati Uniti e in Europa.

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