Manovra, il M5s gela Conte: “Manca accordo. Si convochi vertice di maggioranza”

A un passo dal traguardo i grillini frenano sulla manovra e chiedono a Conte di convocare un vertice di maggioranza

Manovra, il M5s gela Conte: “Manca accordo. Si convochi vertice di maggioranza”

Il Movimento 5 Stelle gela Giuseppe Conte sulla manovra a pochi passi dal traguardo.

Quando sembrava che il più fosse ormai cosa fatta e il Consiglio dei ministri aveva acceso il semaforo verde “salvo intese” alla legge di Bilancio per il 2020 e al decreto fiscale collegato alla manovra, ecco che i grillini iniziano a sbattere i pugni sul tavolo, con il serio rischio di farlo ribaltare.

In un lungo post pubblicato dal M5s sul proprio blog, i grillini mettono in guardia il governo su alcuni nodi ancora da sciogliere. Anche perché, come sottolinea l’incipit del messaggio, quando un provvedimento o una legge “viene approvata con la dicitura “salvo intese”, significa che ci sono diversi aspetti di quella legge su cui il governo non ha trovato ancora accordo”.

Quello che stanno cercando di dire i grillini è che la manovra è stata sì approvata ma è altrettanto vero che le parti devono ancora trovare delle intese sul suo contenuto.

In sostanza il M5s prova a conquistare il centro del ring facendo capire agli alleati di essere indispensabile. “Senza il nostro voto - si legge sul post intitolato "Una manovra economica con un messaggio culturale diverso" - non si va da nessuna parte”.

I grillini chiedono un vertice di maggioranza

Se dovessero mancare delle risorse, visto che per noi non si possono recuperare alzando le tasse alle partite Iva - minacciano i grillini - siamo pronti a metterci al tavolo e proporre nuove coperture”. Quali? Ad esempio spingendo per un maggior gettito sui concessionari autostradali “che ogni anno ci alzano le tariffe dei caselli”.

Il messaggio diventa ancora più chiaro nel passaggio successivo: "Per noi - spiega il M5S - può esserci l'obbligo del Pos se si azzerano le commissioni sulle transazioni elettroniche. Come lo stesso limite del contante, non ci vede contrari ma bisogna mettere in condizione tutti di poter usare una carta di credito".

Infine la stoccata decisiva: "L’inserimento di queste misure non solo non fa recuperare risorse, ma addirittura rischia di porre questo governo nello stesso atteggiamento di quelli del passato, che pensavano di fare la lotta all'evasione mettendo nel mirino commercianti, professionisti e imprenditori".

La manovra può anche andar bene ma solo a certe condizioni. Ed è per questo che il M5S chiede a Conte di convocare un vertice di maggioranza per sciogliere ogni nodo, pur ribadendo di avere fiducia sia del governo che della figura di Giuseppe Conte.

Consegnate le opportune rassicurazioni all'Europa - chiosano i grillini - adesso riteniamo opportuna la convocazione di un vertice di maggioranza per lavorare alle intese che ancora non ci sono. Il MoVimento 5 Stelle ha fiducia in questo governo e massima fiducia nel presidente Giuseppe Conte. Lo ringraziamo per avere difeso, come avevamo chiesto, quota 100, ma siamo in una Repubblica parlamentare, dove è il Parlamento a decidere".

Il Pd ha risposto a colpi di tweet. "Un ultimatum al giorno toglie il governo di torno", ha scritto il ministro per i Beni culturali, capodelegazione del Pd al Governo, Dario Franceschini dopo il post sulla manovra pubblicato dal M5S. E il segretario Zingaretti ha condiviso il suo pensiero ritwittandolo.

Nella querelle si è inserito anche Roberto Gualtieri.

Intervistato dal Tg2 ha cercato di mettere una pezza al buco: "Io sono tranquillo è normale che in un governo di coalizione ognuno voglia farsi sentire. Noi naturalmente ascoltiamo tutti e ragioneremo sugli ultimi dettagli della manovra che naturalmente nel suo indirizzo è stata già decisa e approvata".

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