Adesso dite addio al cashback. Ecco perché può sparire subito

Difficile che i 5 miliardi previsti per il cashback possano essere riconfermati. Il denaro potrebbe essere utilizzato per progetti di maggior resa

Adesso dite addio al cashback. Ecco perché può sparire subito

Il cashback potrebbe essere stato il primo ed unico "appuntamento" con il quale si è ottenuto un rimborso per le spese effettuate con carte o altre forme di pagamento digitale nei negozi fisici. Esiste, infatti, la possibilità che il bonus, una delle misure tanto care all’ex premier Giuseppe Conte, possa essere cancellato dal nuovo governo. La motivazione è legata al denaro del Recovery Plan in arrivo da Bruxelles.

L’esecutivo Draghi pare intenzionato ad eliminare tutti provvedimenti che non rispondono alla lettera ai parametri europei ed a concentrarsi su pochi e ben selezionati progetti che offrono le maggiori garanzie di crescita e che consentano, allo stesso tempo, di produrre un impatto significativo sul fronte dell'occupazione.

Governo nuovo vita nuova, quindi. Ma occhio alle scadenze. Ormai è rimasto poco tempo per decidere le mosse da compiere. Come spiega la Stampa, il Mef ha solo 15 giorni per rimettere mano al Recovery plan. Entro il 30 marzo il Parlamento intende formalizzare i propri pareri: per metà mese, quindi, il governo dovrà aver completato la riprogettazione del piano in modo da evitare altri ritardi. Il governo deve accelerare. Il ministro dell'Economia Daniele Franco, a cui Draghi ha affidato la regia dell'intera operazione, ha subito avviato i contatti coi vari ministeri interessati e fissato un fitto calendario di lavoro. Ad affiancarlo in questo delicato compito c'è Carmine Di Nuzzo, un dirigente della Ragioneria e grande esperto di sistemi informativi e di regole finanziarie europee: a lui fa capo il lavoro di coordinamento con i ministeri, la gestione e tutta l'attività di rendicontazione del Piano.

Le priorità

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, il programma di investimenti che l'Italia deve presentare alla Commissione europea nell'ambito del Next Generation Eu, dovrà essere rafforzato su due fronti. Innanzitutto dovranno essere individuati gli obiettivi strategici potenziando il capitolo delle riforme che dovranno accompagnare il Piano, magari indicando i loro effetti. Altro punto focale sarà l’eliminazione dal Recovery plan dei tanti microprogetti ancora presenti, così come dovranno essere cancellate tutte le misure che non soddisfano in pieno i parametri europei. Tra questi, per l’appunto, figura il cashback che non garantirebbe una adeguata crescita del Pil.

Gli obiettivi

Alla squadra di Franco è affidato un lavoro difficile ma estremamente importante: rilanciare il Paese attraverso misure ben precise che possano portare sviluppo. Per fare ciò si dovrà rafforzare la dimensione strategica del programma puntando, tra le altre cose, sulla produzione di energia da fonti rinnovabili, sulla lotta all'inquinamento, sulla rete ferroviaria veloce, sulla digitalizzazione, sulla banda larga e sul 5G. Il denaro non manca. I 209 miliardi in arrivo possono coprire le spese previste per l’attuazione del piano.

Allo stesso tempo il governo vuole evitare lo spreco di risorse. In questa logica i tecnici del Mef stanno valutando se eliminare diverse voci di spesa. Molto difficilmente i 5 miliardi destinati a finanziare il cashback, inseriti nei piani sulla digitalizzazione della Pubblica amministrazione, verranno confermati.

Se il taglio del bonus sarà confermato, i soldi risparmiati verranno impiegati per progetti considerati di maggior resa. Tra pochi giorni, quindi, si capirà se il provvedimento messo in campo dal Conte II avrà un futuro. Ma tutto lascia presagire che il progetto del cashback sia destinato a concludersi prima del previsto.

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