Si stringono i tempi sul destino del Monte dei Paschi, che annuncia la chiusura di cinquanta filiali, soprattutto del Centro Nord mentre, formalmente, è in corso la due diligence da parte di Unicredit. In via ufficiale non è stato ancora deliberato nulla. Il gruppo guidato da Andrea Orcel sta valutando se e cosa rilevare della banca fondata a Siena nel 1472. Ma l'operazione si farà e avrà ad oggetto buona parte degli asset di Mps, una volta che quest'ultimo sarà ripulito dai crediti deteriorati (oltre 4 miliardi), ricapitalizzato (l'agenzia Bloomberg parlava di tre miliardi rispetto ai 2,5 miliardi previsti dal piano industriale dello stesso Monte) e alleggerito (si stimano tra i 6-7mila esuberi). Occorre solo gestire i tempi per la comunicazione, ai cittadini più che al mercato.
Il fascicolo su Rocca Salimbeni, perennemente bollente, lo è infatti ancora di più mentre incombe la tornata elettorale del 3-4 ottobre, di cui Siena è snodo strategico. Visto che, alle suppletive per il seggio alla Camera lasciato vacante da Pier Carlo Padoan per divenire presidente di Unicredit, concorre il segretario del Pd, Enrico Letta. Un appuntamento delicato quindi anche per gli equilibri del governo Draghi. Meglio quindi attendere che si chiudano le urne prima di annunciare il «game over» per il Monte Paschi.
Dietro le quinte, tuttavia, i lavori procedono e anche abbastanza velocemente, come dimostra la comunicazione inviata ieri dalla banca toscana alle rappresentanze sindacali per annunciare «interventi di razionalizzazione sulla rete di filiali di Banca Mps», appunto con la previsione della chiusura di cinquanta sportelli. La missiva parla della «liberazione di circa 70 risorse che saranno coerentemente utilizzate nell'ambito della rete commerciale». Il provvedimento, si legge nella missiva di Rocca Salimbeni, avviene «nel rispetto dei vincoli nell'ambito del piano di ristrutturazione 2017-2021 approvato dalla Commissione Europea».
Nessun effetto dirompente certo, considerando che la Rocca ha alle sue dipendenze più di 21mila persone in circa 1.400 sportelli. Non sfugge però la tempistica. Siena accelera le grandi pulizie, proprio mentre si attende che Unicredit formalizzi al Tesoro (primo azionista di Rocca Salimbeni il 64% del capitale) il perimetro di suo interesse che dovrebbe prevedere, oltre alla rete commerciale (si parla di 1.100 sportelli), anche Widiba (ma non sembra, almeno per ora Mps Leasing, Capital Services e il Centro informatico).
In questo Orcel è stato chiaro da subito con il Mef: l'integrazione di Mps per Unicredit deve essere neutrale a livello di capitale e accrescitiva di valore. Dovrebbe comunque scendere in campo anche Mcc per rilevare almeno 150 sportelli, dislocati tra Puglia e Sicilia, delle filiali rimaste fuori dal perimetro di Unicredit.
«Non considero negativo l'eventuale accordo tra Unicredit e il Tesoro su Mps, perché l'alternativa a Unicredit oggi è Apollo che è un fondo altamente speculativo.
E tra una banca italiana e un fondo io propendo per salvare, attraverso una banca italiana 21mila dipendenti» ha dichiarato Lando Maria Sileoni, leader del sindacato Fabi. Ieri in Piazza Affari, Mps ha chiuso poco mossa (-0,13%) mentre Unictredit ha ceduto l'1,5%.
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