Mps va alla resa dei conti su Bastianini

Domani il consiglio, l'ad resiste ma Lovaglio è pronto. La partita Carige

Mps va alla resa dei conti su Bastianini

È ormai tutto pronto per la resa dei conti in Monte Paschi. Domani, dopo una settimana convulsa e salvo anticipi, il Tesoro (azionista della banca senese con il 64,2%) si appresta a sfiduciare l'ad Guido Bastianini e fare posto all'ex Creval, Luigi Lovaglio. Il redde rationem è atteso nel cda convocato inizialmente per l'approvazione dei conti ma poi integrato con la richiesta di verifica sulle deleghe del capo azienda formulata dal presidente Patrizia Grieco.

Il ventilato cambio della guardia, non sarà indolore. Il mercato si interroga su quale sarà la buonuscita di Bastianini che ha firmato il ritorno all'utile di Rocca Salimbeni (con un risultato netto 2021 stimato intorno ai 300 milioni). Il banchiere, considerato gradito ai Ciquestelle, non ha tuttavia ad oggi mostrato alcuna intenzione di farsi da parte, nonostante il passo indietro chiesto dal Mef in un incontro di fine gennaio e il pressing crescente. In mancanza di un accordo si andrà alla conta dei voti in cda dove venerdì, forse anche in vista della possibile cooptazione di Lovaglio, sono arrivate le dimissioni «per motivi personali» della dirigente del Tesoro Olga Cuccurullo. Il Mef, secondo alcune voci, imputa a Bastianini il mancato raggiungimento degli obiettivi di taglio dei costi. Come chiarito dopo il vertice tra Consob e il collegio sindacale di Monte Paschi, non vi è invece alcuna contestazione relativa a supposte poste straordinarie. Il probabile allontanamento di Bastianini si gioca quindi su un piano più «politico», forse anche in vista della prossima ricapitalizzazione da 2,5 miliardi su cui Roma sta trattando con Bruxelles in attesa di riavviare la ricerca di uno sposo per la banca dopo la rinuncia di Unicredit di procedere con il salvataggio.

Chiusa, almeno temporaneamente, la partita al vertice di Mps, l'attenzione di Piazza Affari si concentrerà su Carige, l'altra partita bancaria in attesa di soluzione. Bper, terminata la due diligente su conti dell'istituto ligure, dovrebbe procedere alla sottoscrizione del contratto di acquisizione entro il 15 febbraio e alla definizione dell'integrazione per fine giugno.

Il gruppo guidato dall'ad Piero Montani ha proposto un euro per l'80% di Carige in mano al Fondo Interbancario (Fitd) a fronte di una richiesta di dote da 530 milioni per evitare impatti sul capitale. Se l'operazione andrà a buon fine, Unipol, a cui fa capo il 18,9% di Bper, potrebbe procedere speditamente nella costruzione del terzo polo con un occhio rivolto a Banca Popolare di Sondrio, di cui detiene già oltre il 9 per cento.

Qualche indicazione in più potrebbe emergere l'8 febbraio con l'approvazione dei dati preliminari 2021 di Bper. Nel frattempo la Bce ha messo per iscritto che qualora Carige e dovesse proseguire da single, dovrà predisporre un piano di rafforzamento di capitale entro fine marzo.

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