Mps verso 4mila esuberi dopo lo stop di Unicredit

Orcel: "Non potevamo comprare a tutti i costi". E Bastianini preannuncia un piano "pesante"

Mps verso 4mila esuberi dopo lo stop di Unicredit

Unicredit per sposare Monte Paschi chiedeva più di quanto lo Stato (primo socio di Mps con il 64,2%) fosse disposto a sborsare. E adesso Siena dovrà predisporre un piano molto pesante (almeno 4mila esuberi) per restare in piedi). È quanto hanno spiegato ieri alla commissione bicamerale sulle banche l'ad di Unicredit, Andrea Orcel, e il suo omologo di Mps, Guido Bastianini.

«Sebbene il risultato finale sia diverso da quanto auspicato, ritengo si possa dire senza tema di smentite che abbiamo fatto del nostro meglio per cercare di raggiungere un accordo che fosse in linea con i principi concordati all'inizio delle trattative e riflessi nell'accordo firmato con il ministero dell'Economia (Mef)», ha spiegato Orcel precisando che nel corso delle discussioni è emerso che «al netto di normali scostamenti dovuti a singole poste, l'ammontare di capitale necessario per dare esecuzione all'operazione coerentemente con quanto concordato nel termsheet era più significativo di quanto il Mef si aspettasse». Insomma, per quanto la parte dell'audizione sul conquibus sia stata secretata, è evidente che il ministro Daniele Franco e il direttore generale del Tesoro, Alessandro Rivera, non hanno voluto iniettare l'ammontare chiesto da Orcel (almeno 7,5 miliardi). Di qui la conferma dell'insostenibilità dell'aggregazione. «Raggiungere un accordo» con il Mef su Mps «a condizioni non coerenti con i presupposti concordati non sarebbe stato nell'interesse di Unicredit e dei suoi azionisti e, a mio avviso, anche della stabilità del sistema bancario nazionale», ha concluso Orcel.

E l'ad del Monte, Guido Bastianini, ha indirettamente confermato ai parlamentari che la situazione è difficile. L'entità dell'aumento «non riesco ancora a dirla, altrimenti avrei già completato il piano, va ponderata bene», ha spiegato aggiungendo che «necessariamente presuppone la prospettiva di un'azienda che possa camminare sulle proprie gambe». E questo significa che si potrebbero superare i 3,5 miliardi dei quali 2,5 miliardi relativi allo shortfall di capitale (cui però nell'ultima trimestrale non si fa più riferimento) e 950 milioni per spesare nel bilancio 2022 l'uscita di 4mila dipendenti. Mps ha attualmente 21.297 dipendenti, valore «che non consentirà di conseguire il target» fissato con la Commissione Ue di 20.085 unità entro la fine del 2021». Ipotesi diverse rispetto ai 2.500 esuberi dell'attuale piano «sono possibili e verranno verosimilmente esaminate nella predisposizione delle opzioni strategiche per il periodo 2022-2026», ha detto Bastianini.

Il concetto è molto chiaro: nelle trattative con l'Antitrust Ue e con la Bce per ottenere una proroga al termine per la privatizzazione fissato al 31 dicembre si dovranno rivedere «alcune iniziative» del piano industriale che «riguarderanno il perimetro del gruppo, cercando di eliminare le componenti che non sono profittevoli».

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