
La grande speranza per il futuro della produzione di batterie in Europa è costretta a gettare la spugna. Northvolt ha infatti dichiarato bancarotta in Svezia per quello che è il più grande fallimento di sempre nel paese scandinavo. Si consuma quindi una amara sconfitta per l'intera Unione Europea che confidava su Northvolt in quanto unico vero grande produttore europeo di batterie elettriche potenzialmente in competere con la Cina. L'azienda, fondata dieci anni fa da due ex dipendenti Tesla, negli anni aveva raccolto 13 miliardi da investitori di spicco con Volkswagen e Goldman Sachs Group, oltre all'investitore svedese Vargas Holding AB, che risultano tra i principali azionisti. La stessa Volkswagen insieme a Porsche risulta tra i grandi clienti del gruppo svedese e adesso entrambe le case automobilistiche dovranno trovare alternative per rifornire le proprie fabbriche. La produzione di batterie continuerà comunque nelle sedi tedesche, americane e polacche, seppur in maniera inferiore.
Northvolt, che due anni fa tentò invano di quotarsi a una valutazione di 20 miliardi di dollari, lo scorso novembre aveva cercato di attirare nuovi investitori presentando istanza di protezione dalla bancarotta negli Stati Uniti: il «Chapter 11». Sempre lo scorso anno la società aveva tagliato del 20% la forza lavoro (che attualmente è di 5mila unità). Tutto inutile, complice la montagna debiti (5,8 miliardi) a fronte di una liquidità ridotta all'osso (30 milioni) davanti a un mercato sempre più difficile, importanti ordini cancellati e l'aumento dei costi. «Questa decisione rappresenta l'unica via d'uscita realistica», ha dichiarato Tom Johnstone, presidente ad interim di Northvolt. «Concentriamoci sulla collaborazione con il fiduciario per garantire la continuità produttiva e assicurando i posti di lavoro», ha aggiunto. Adesso, infatti, toccherà a un curatore fallimentare supervisionare la vendita delle attività e la liquidazione delle passività, con il governo svedese che ha più volte escluso di fornire aiuti finanziari diretti alla società.
«Speriamo che si possa trovare una soluzione a lungo termine con l'opportunità per qualcun altro di rilevare l'attività e garantire la continuità della produzione di batterie in Svezia», ha dichiarato il ministro dell'Energia, Ebba Busch in un post su X.
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