La nuova vita di Beghelli ai tempi del virus

Il bilancio 2020 tiene grazie allo sviluppo della sanificazione

La nuova vita di Beghelli ai tempi del virus

Beghelli è l'esempio di quelle piccole multinazionali italiane a controllo familiare, agili e piene di idee, capaci di conquistarsi il mercato grazie a ricerca e innovazione. Famosa per il Salvavita (un sistema di telesoccorso che anticipava i tempi e le tecnologie), presente soprattutto nel mondo dell'illuminazione tecnica e d'emergenza (90% dei ricavi) oggi lancia un apparecchio di assoluta attualità: il SanificaAria, in grado di contrastare la diffusione dei virus e dei batteri, Covid compreso. Racconta Gian Pietro Beghelli, 76 anni, bolognese, fondatore dell'impresa (quotata in Borsa): «Abbiamo sviluppato le nostre conoscenze sui raggi ultravioletti UV-c, che già utilizziamo per sterilizzare l'acqua e gli spazzolini da denti: sono raggi che abbattono i virus al 99,9%, come è emerso dai test in laboratori indipendenti e poi dalle università di Modena, Reggio Emilia e Padova». Il Sanifica Aria si presenta come un cilindro dotato di ventole, di dimensioni contenute, che in un'ora è in grado di sanificare l'aria di un ambiente. «È sul mercato da settembre e gli ordini sono stati immediati, ne abbiamo venduti migliaia, il mercato è enorme; può essere decisivo nel mondo della ristorazione, sugli autobus, nelle scuole, abbattendo i rischi di contagio tra le persone».

Beghelli ha chiuso il 2019 con 151 milioni di ricavi (50% all'estero) ma nel 2020 ha subito la pandemia per il rallentamento del settore dell'illuminotecnica industriale, il suo principale mercato. I conti dell'intero esercizio non sono ancora disponibili. Al 30 giugno il fatturato era di 57,4 milioni in calo del 26,9% rispetto all'anno precedente, con una certa ripresa registrata da giugno. Il margine lordo è stato pari a 3,7 milioni, giù del 40,1%, con una perdita netta di 5,6 milioni. L'indebitamento finanziario era a quota 58,2 milioni, contro i 57 del dicembre 2019: un fardello che viene da lontano, legato principalmente a un taglio d'incentivi nel fotovoltaico che aveva bruscamente interrotto un mercato sul quale l'azienda aveva investito molto.

Quanto ai conti, «nel 2020 abbiamo fatto tutto il possibile per superare il momento difficile e contiamo quest'anno di tornare ai livelli del 2019 e oltre: grazie anche al SanificaAria». La famiglia possiede il 75% del gruppo, che ha tre stabilimenti in Italia e sussidiarie in Repubblica Ceca, Germania, Usa, Messico, Cina, frutto di un'espansione avvenuta soprattutto per acquisizioni.

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